Cancro al seno, le terapie orali migliorano la sopravvivenzaCancro al seno, le terapie orali migliorano la sopravvivenza

Il contesto nazionale e globale

Con oltre 53.000 nuovi casi ogni anno e circa 15.500 decessi stimati nel 2022, il carcinoma mammario resta il tumore più diffuso tra le donne in Italia e la prima causa di morte per cancro femminile. Fortunatamente, l’88% delle pazienti sopravvive a cinque anni dalla diagnosi, grazie ai progressi terapeutici.

Attualmente, si stima che siano circa 925.000 le donne vive dopo diagnosi di tumore al seno, di cui 37.000 con malattia metastatica.


Studio monarchE e Abemaciclib

I dati dello studio di fase 3 monarchE, presentati al congresso annuale Esmo 2025 di Berlino, mostrano che il trattamento adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per due anni riduce il rischio di morte del 15,8% rispetto alla sola terapia endocrina.

Il farmaco si rivolge a pazienti con tumore Hr+ Her2- ad alto rischio e con linfonodi positivi, un sottogruppo che in passato aveva opzioni terapeutiche limitate dopo l’intervento chirurgico.


Benefici clinici e sopravvivenza

Secondo Lucia Del Mastro, professoressa ordinaria e direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS Policlinico San Martino di Genova:

«Lo studio monarchE ha incluso pazienti con un alto rischio di recidiva, circa il 15% delle donne con tumore al seno Hr+. Per queste donne, l’innovazione rappresentata da Abemaciclib è fondamentale per migliorare i risultati terapeutici».

I dati mostrano miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da malattia invasiva (Idfs) e nella sopravvivenza libera da recidiva a distanza (Drfs).


Implicazioni future

I risultati dello studio sono già stati sottoposti alle autorità sanitarie regolatrici a livello globale, con l’obiettivo di estendere l’accesso al trattamento e fornire un’opzione più efficace alle pazienti ad alto rischio. In passato, dopo l’intervento chirurgico, le pazienti disponevano principalmente di terapia endocrina e, in alcuni casi, chemioterapia, con risultati limitati per i sottogruppi più vulnerabili.

Abemaciclib rappresenta un passo avanti significativo, offrendo una terapia adiuvante combinata che risponde alle esigenze cliniche di un gruppo di pazienti fino ad oggi particolarmente esposto a recidive.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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