Obesità e diabete: perché l’Italia rischia il collasso sanitario
Un’Italia sempre più malata e sempre più povera. Mentre i nuovi farmaci anti-obesità e anti-diabete (come semaglutide e liraglutide) stanno già cambiando la medicina metabolica nel resto del mondo, in Italia restano un lusso da ricchi. Costano da 250 a oltre 350 euro al mese, non sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale e si acquistano con ricetta bianca, cioè a spese del paziente.
La fotografia arriva dal XXIV Congresso Nazionale SIMDO (Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità), in corso a Vibo Valentia. Il dato più grave: oltre 6 milioni di italiani sono obesi, e il numero cresce del 30% ogni 10 anni. Siamo anche il Paese europeo con più bambini sovrappeso o obesi (1 su 3).
Il professor Vincenzo Provenzano (past president SIMDO) non usa giri di parole:
«Questi farmaci possono salvare vite, ma in Italia chi è povero non può curarsi. È una distorsione etica prima ancora che sanitaria.»
Perché i nuovi farmaci anti-diabete sono una rivoluzione medica?
Gli effetti sono documentati: riduzione del 15% del peso corporeo, calo della glicemia, protezione cardiovascolare e possibile regressione del diabete di tipo 2. A confermarlo è il dottor Giuseppe Crispino, presidente del Congresso SIMDO:
«Per la prima volta esiste una terapia farmacologica capace di far regredire il diabete fino alla remissione. Ma oggi è disponibile solo per chi ha soldi. È un paradosso sanitario.»
Risultato: mentre la scienza avanza, l’assistenza pubblica resta ferma. Il sistema sanitario rischia l’implosione: diabete e obesità valgono 16 miliardi di euro l’anno di spesa pubblica.
La richiesta della SIMDO a Camera e Senato
La proposta arriverà il 6 novembre alla Commissione parlamentare congiunta Camera-Senato su obesità e malattie croniche. Si tratta di un piano in tre punti:
✅ Rimborsabilità selettiva dei farmaci anti-obesità e anti-diabete per pazienti con basso reddito e fragilità certificata
✅ Esenzione totale per pazienti a rischio di:
- malattie cardiovascolari gravi
- scompenso cardiaco avanzato
- BPCO e patologie respiratorie severe
- oncologia avanzata
✅ Priorità clinica e sociale: prima si curano i pazienti che rischiano ricoveri e disabilità permanenti
Perché oggi si fa medicina “su misura dei maschi”?
La proposta SIMDO non riguarda solo l’accesso ai farmaci ma anche come vengono testati. Secondo il presidente nazionale Giancarlo Tonolo:
«La maggior parte di questi farmaci viene testata su uomini o donne in menopausa. Le differenze biologiche e ormonali vengono ignorate. Vogliamo una diabetologia di genere, perché uomini e donne rispondono in modo diverso alle terapie.»
Tradotto: le donne oggi rischiano cure meno efficaci o più effetti collaterali, solo perché la ricerca clinica penalizza le differenze biologiche.
Povertà sanitaria: chi non ha soldi muore prima?
Dalla Calabria alla Lombardia, dalla Sicilia al Piemonte: la fotografia è sempre la stessa. Chi è povero ha più obesità, sviluppa diabete prima e peggio, accede meno ai farmaci e muore di più. Le famiglie rinunciano alle cure in 1 caso su 10.
Provenzano chiude così l’intervento SIMDO:
«Chiediamo un principio semplice: curarsi non può essere un privilegio economico. L’Italia deve scegliere se stare con la medicina moderna o con le disuguaglianze.»

