Il farmaco che colpisce solo le cellule malate
Un farmaco di nuova generazione, capace di distinguere le cellule tumorali da quelle sane, ha ottenuto risultati straordinari nei test preclinici.
Il trattamento ha provocato la regressione totale di vari tipi di tumore in modelli animali, tra cui neuroblastoma, rabdomiosarcoma e tumore del colon.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è frutto di una collaborazione internazionale tra il Children’s Hospital di Philadelphia, l’Università di Pittsburgh, l’Università di Bologna e l’Irccs Policlinico di Sant’Orsola.
Come funziona: l’anticorpo “intelligente”
Il nuovo trattamento appartiene alla classe degli anticorpi-coniugati, veri e propri farmaci intelligenti che combinano la precisione degli anticorpi con la potenza delle molecole chemioterapiche.
La sostanza tossica viene trasportata solo verso le cellule cancerose riconosciute dall’anticorpo, risparmiando i tessuti sani.
«Questi risultati aprono la strada a terapie di nuova generazione, più efficaci e meno tossiche», spiega Mattia Lauriola, professoressa di Istologia all’Università di Bologna e tra le autrici dello studio.
«L’obiettivo è arrivare a una vera chemioterapia di precisione, sostituendo gradualmente i trattamenti tradizionali».
Il bersaglio: il recettore ALK
Il farmaco è stato progettato per colpire il recettore ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase), presente in grandi quantità sulle cellule tumorali e quasi assente nei tessuti sani.
«Le nostre analisi confermano che ALK è un target promettente anche nel tumore del colon», aggiunge Martina Mazzeschi, ricercatrice all’Irccs Sant’Orsola.
Il composto, denominato Cdx0239-Pbd, riconosce le cellule che esprimono ALK e rilascia al loro interno una molecola tossica mirata che ne provoca la morte.
Nei modelli animali, i tumori sono scomparsi completamente e non sono ricomparsi dopo la fine del trattamento.
Verso la sperimentazione clinica
I risultati aprono la strada a studi clinici sull’uomo.
«Il nostro prossimo obiettivo – spiega Lauriola – è ottimizzare il dosaggio del farmaco e ampliare il numero di tumori solidi trattabili, riducendo i meccanismi di resistenza».
L’auspicio dei ricercatori è che questa tecnologia possa presto diventare una nuova arma terapeutica contro diversi tipi di cancro, in particolare quelli pediatrici e del colon-retto, offrendo ai pazienti cure personalizzate, meno invasive e più efficaci.
Un passo avanti per l’oncologia di precisione
Il progetto rappresenta uno dei traguardi più importanti nel campo dell’oncologia di precisione, dove la scienza punta a colpire il tumore senza distruggere ciò che è sano.
Come conclude Lauriola:
«Il nostro sogno è sostituire le vecchie forme di chemioterapia con trattamenti intelligenti, in grado di restituire ai pazienti non solo la salute, ma anche la qualità di vita».