Il marito di Alice Neri sulla sentenza : ‘Rispetto ma non condivido’
La Corte d’Assise di Modena ha condannato a 30 anni di carcere Mohamed Bedoui Gaaloul, accusato dell’omicidio di Alice Neri, la giovane madre trovata carbonizzata nel novembre 2022 all’interno della sua auto. Una sentenza accolta con un lungo applauso nell’aula del tribunale, seguita da un commosso abbraccio tra la madre e il fratello della vittima. Ma l’epilogo giudiziario ha aperto una frattura profonda all’interno della stessa famiglia.
Il marito di Alice, Nicholas Negrini, si è detto in disaccordo con la sentenza. Pur esprimendo rispetto per il lavoro della Corte, ha dichiarato di non credere alla colpevolezza dell’imputato. “Porto rispetto assoluto per la sentenza di condanna, sicuramente ponderata su valide motivazioni, ma non la condivido. Mi riservo di attendere con curiosità le motivazioni che hanno spinto verso questa direzione, sperando che facciano chiarezza su elementi che, francamente, non ho trovato consistenti”, ha detto Negrini, intervenendo a L’Estate in Diretta su Rai 1.
Il fratello: ‘Il papà ha difeso l’assassino di sua madre’
Di tutt’altro avviso il fratello della vittima, Matteo Marzoli, che ha definito “incomprensibile” la posizione dell’ex cognato. “Lui continua a pensare che il colpevole sia il ‘terzo uomo’, ma è stato accertato che quella persona è estranea ai fatti. Dice di aver letto gli atti… ma mi chiedo: quali atti ha letto? La Corte ha letto gli stessi documenti che abbiamo in mano noi”, ha dichiarato. “La bambina ha perso due volte: prima la madre e poi un padre che è andato a difendere l’assassino di sua madre”. Marzoli ha poi precisato che Negrini è un “buon padre” e che la bambina vive con lui.
Un dolore condiviso anche dalla madre di Alice, Patrizia Montorsi, che ha lasciato l’aula con amarezza: “Io sono l’unica che esce perdente da tutto questo”. Anche lei ha interrotto da tempo i rapporti con Nicholas Negrini. La famiglia è dunque oggi spaccata, non solo dal dolore, ma da visioni inconciliabili su quanto accaduto.
“Giustizia? No, questa è solo l’applicazione della legge”
Al termine dell’udienza, il fratello di Alice ha scelto parole dure ma lucide: “Non la chiamo giustizia, giustizia sarebbe avere qui mia sorella. Questa è l’applicazione della legge, e noi la accettiamo”. Secondo gli avvocati di parte civile, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, la sentenza chiude un processo “lungo, difficile, complesso, ma necessario”, nel quale non solo è stata accertata la responsabilità dell’imputato, ma si è anche cercato di “difendere l’onorabilità di Alice Neri, che in molti momenti è stata calpestata”.
“C’è stata una vittimizzazione secondaria inaccettabile, portata avanti da alcuni soggetti nel corso del processo – ha detto Pellegrini –. Alice era una ragazza eccezionale, ha lasciato tracce di sé ovunque. Abbiamo voluto che emergesse il suo valore umano, oltre alla sua tragica fine”.
La posizione della difesa e le prossime mosse
La difesa di Mohamed Gaaloul, che si è sempre dichiarato innocente, preannuncia ricorso in appello. I legali hanno insistito durante tutto il processo sull’assenza di un movente chiaro, contestando le prove presentate dall’accusa, basate in gran parte su ricostruzioni temporali, testimonianze e accertamenti tecnici sui resti ritrovati nell’auto. Gaaloul ha sempre sostenuto di non aver ucciso Alice Neri e di non essere mai stato nel luogo del delitto.
Anche Nicholas Negrini sembra intenzionato ad attendere il deposito delle motivazioni per comprendere a fondo su quali basi sia stata emessa la condanna: “Aspetterò con curiosità, non mi pento di aver fatto un passo indietro”, ha detto. Una posizione che però lo isola sempre di più all’interno della famiglia della moglie scomparsa.