L’agghiacciante conversazione con la sorella
Decallos Brown, l’uomo accusato di aver brutalmente accoltellato la rifugiata ucraina Iryna Zarutska, ha parlato per la prima volta dal carcere. In una telefonata registrata dalla sorella Tracey e resa pubblica dal Daily Mail, il 34enne ha descritto i pensieri che lo hanno portato al gesto estremo a Charlotte: “Credevo che il governo mi controllasse con materiali artificiali impiantati nel cervello. Pensavo che lei potesse leggermi nel pensiero”.
‘Uno schizofrenico paranoico’
Brown soffriva da anni di disturbi psichiatrici gravi. La sorella ha raccontato che aveva più volte chiesto di essere ricoverato, ma veniva dimesso dopo sole 24 ore. “Non era sano di mente, non era sicuro per la società. Lo Stato lo ha lasciato solo”, ha dichiarato la donna che era stata aggredita dal fratello maggiore nel 2022. Nella circostanza la morse e danneggiò una porta. “Si tratta di uno schizofrenico paranoico”.
L’aggressione sul treno
Il 23 agosto, Brown ha colpito Iryna senza un apparente motivo, mentre la giovane rifugiata ucraina viaggiava su un treno. “Non conoscevo quella signora. Non le ho mai parlato. È spaventoso, perché qualcuno dovrebbe farlo senza motivo?”, si sente dire nella registrazione.
Le richieste di aiuto mai ascoltate
Tracey Brown ha ribadito che il fratello aveva contattato più volte il numero di emergenza 911, denunciando la presenza di presunti “microchip” nel suo cervello. Ma le autorità avevano considerato le sue parole come allucinazioni, senza attivare percorsi di cura strutturati.
Le accuse della famiglia
“Una donna innocente è morta perché lo Stato non ha saputo proteggere né lui né la società”, ha dichiarato la sorella. “Chiedeva aiuto, ma non è mai stato preso sul serio”.
Un caso che scuote l’opinione pubblica
L’omicidio di Iryna ha sollevato un’ondata di indignazione. Da più parti sono arrivate richieste di maggiore attenzione alle condizioni psichiatriche dei detenuti e di revisione dei protocolli sanitari. Alcuni commentatori hanno parlato di un “fallimento del sistema”.
L’attesa per il processo
Brown rischia l’ergastolo o la pena capitale, a seconda delle decisioni della corte. Nel frattempo, la comunità ucraina e quella locale hanno organizzato veglie in ricordo di Iryna, chiedendo giustizia e maggiore sicurezza sui trasporti pubblici.