Non si è fermato dopo il primo colpo. Dopo aver ucciso Griselda Cassia Nunez, sua cognata, Sandro Spingardi ha puntato l’arma contro la figlia della donna, Kenia Cassia Vaca, 28 anni durante la festa di compleanno a Sterpettine di Marotta. L’ha inseguita nel cortile della casa, tra le sedie di plastica ancora ingombre di piatti e resti di torta. Le ha sparato, colpendola a un orecchio. È viva per miracolo.
La testimonianza che svela l’intenzione di uccidere anche Kenia
A confermare la volontà omicida non ci sono solo i fatti, ma anche le parole drammatiche dei familiari presenti. «Ha inseguito anche lei per ammazzarla. L’ha mancata per un soffio. Le ha sparato, le ha preso l’orecchio, ma voleva finirla. Non era uno scatto d’ira, è andato lì per uccidere», racconta un giovane parente della vittima all’esterno del pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona.
L’uomo, anch’egli originario di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia – come le due donne – è arrivato nella notte con altri sei parenti. «La madre di Griselda è ancora in Bolivia. Forse non sa nemmeno che la figlia è morta», aggiunge.
Una festa di bambini trasformata in incubo
Era una festa per bambini della scuola materna. Una di quelle serate d’estate in cui si saluta la fine dell’asilo con musica, dolci e risate. A Sterpettine di Marotta, una frazione del comune di Mondolfo, il pergolato della casa era addobbato per l’occasione.
Poi il rumore dei colpi. Le urla. Il panico. «Pensavo fossero botti, o colpi di caccia», dirà una vicina. Ma erano spari veri. A terra, in un lago di sangue, Griselda, 44 anni. Poco distante, Kenia ferita, ma cosciente. La nipotina di cinque anni che ha visto tutto, stretta a un’altra donna. I bambini in stato di choc, portati poi all’ospedale per supporto psicologico.
La dinamica: lite per la musica e il raptus omicida
La dinamica appare sempre più chiara. Spingardi, 71 anni, da tempo viveva in una roulotte sul terreno che era stato del fratello defunto, marito della vittima. La casa è ora abitata da Griselda e dalla sua famiglia. Quel terreno era diventato teatro di tensioni familiari mai sopite.
Sabato sera, l’uomo si è lamentato per la musica troppo alta. Una discussione accesa, forse l’ennesima. Poi l’irreparabile. È tornato nel suo caravan, ha preso la pistola semiautomatica regolarmente detenuta, e ha fatto fuoco. Prima su Griselda, poi su Kenia.
‘Non volevo che morissero’, ma la pistola era puntata
In caserma, durante l’interrogatorio, avrebbe detto: «Non volevo uccidere, non volevo che morissero». Ma è difficile crederlo. Ha sparato più volte. Ha inseguito la figlia della donna uccisa. Ha mirato. E ha colpito.
Dopo la sparatoria, Spingardi è tornato nel suo caravan. I carabinieri lo hanno trovato lì, sconvolto, forse con l’intenzione di togliersi la vita. La pistola era ancora con lui. Ora è detenuto nel carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro. Le accuse sono pesantissime: omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato.
Il dolore del paese e la memoria di Griselda
Griselda era una donna gentile, sorridente. «Veniva sempre qui con la figlia e la nipote», racconta la barista del locale dove era solita fermarsi. «Mi aveva detto che stavano organizzando una festa per la fine dell’asilo. Mi aveva regalato dei disegni della bambina. È una tragedia che ci ha colpito tutti».
Il sindaco ha parlato di “ferita collettiva”. L’intera comunità di Marotta è sotto choc. Tutti sanno che nulla potrà cancellare quanto accaduto in quel cortile d’estate.