Il patrigno di Pamela GeniniIl patrigno di Pamela Genini

‘Sembrava serena, non abbiamo mai conosciuto il suo compagno’

“Non ci siamo mai accorti di nulla. Quando la vedevamo si mostrava felice, se l’avessimo saputo l’avremmo aiutata”. È un racconto pieno di incredulità quello del compagno della madre di Pamela Genini, la modella e imprenditrice uccisa a Milano due giorni fa dal compagno Gianluca Soncin, 52 anni, che lei stava tentando di lasciare. “Mi auguro che quell’uomo abbia la giustizia che si merita e faremo di tutto per ottenerlo”.

Ai microfoni di Ore 14 su Rai 2, l’uomo ha ricordato gli ultimi momenti di serenità: “Lunedì era stata tutto il giorno con noi, con i genitori e i fratelli. Era tranquillissima, non immaginavamo nulla” – ha aggiunto.

“Mai visto un graffio o un segno di violenza. Lei ci raccontava che andava tutto bene, tutto rose e fiori, ci parlava dei suoi viaggi, del suo lavoro, era bellissima, di cuore, una grande imprenditrice. Ci aveva accennato che aveva un compagno ma non l’abbiamo mai conosciuto, era riservatissima, dovevamo tirarle fuori le cose a forza con le tenaglie”.


Cosa è emerso nelle ultime ore

Dalle indagini emergono particolari sempre più agghiaccianti.
Durante la perquisizione nella casa di Cervia di Soncin, i carabinieri hanno trovato una quindicina di armi, tra cui diversi coltelli da taglio e pistole scacciacani. L’uomo, secondo gli investigatori, avrebbe preparato meticolosamente il delitto, dopo essersi procurato una copia delle chiavi dell’abitazione di via Iglesias, dove ha colpito la ex con almeno 24 coltellate.


Perché Pamela Genini non aveva denunciato?

Un punto che resta aperto riguarda la mancanza di denunce a Milano.
Nessuna segnalazione ufficiale risulta depositata, nonostante gli amici abbiano riferito di minacce, pedinamenti e violenze da parte di Soncin.
Gli inquirenti stanno verificando se in passato, in altre città, la 29enne avesse presentato querele poi ritirate o archiviate.


Il silenzio di Gianluca Soncin

Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Tommaso Perna, Soncin si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il 52enne è apparso “dimesso e disorientato”, come riferito dall’avvocata Simona Luceri, poi revocata dopo la nomina di un nuovo difensore di fiducia.
“Non è lucido”, ha spiegato la legale, mentre la Procura di Milano attende l’autopsia disposta dal pool guidato da Cristina Cattaneo per chiarire la dinamica esatta del delitto.


Gli ultimi istanti di vita di Pamela

Secondo il racconto dell’ex fidanzato — l’unico testimone indiretto — Pamela Genini era al telefono con lui nel momento in cui Soncin è entrato in casa.
“L’ho sentita gridare ‘aiuto, aiuto, aiuto’ e poi la chiamata si è interrotta”.
Quando la Polizia è arrivata sul posto, le urla erano ancora udibili dalle scale: “Mi sta accoltellando!”. Ma per Pamela non c’è stato nulla da fare.


Un dolore che chiede giustizia

Il patrigno, visibilmente commosso, ha concluso:

“Mi auguro che quell’uomo abbia la giustizia che si merita. Faremo di tutto per ottenerla”.

L’intera famiglia Genini è sotto shock. La loro Pamela, che si mostrava “felice e piena di vita”, si è trasformata in un nuovo simbolo della violenza che si consuma nel silenzio.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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