Santo RomanoSanto Romano

L’omicida condannato a 18 anni e 8 mesi, la madre della vittima: ‘La giustizia ha fallito di nuovo’

È stato condannato a 18 anni e 8 mesi il 17enne che ha ucciso Santo Romano, 19 anni, con un colpo al petto dopo una lite per una scarpa sporcata. Il verdetto è arrivato a Napoli, dove il tribunale per i minorenni ha inflitto una pena superiore alla richiesta del PM. Nonostante ciò, i familiari della vittima hanno reagito con rabbia e dolore. Filomena Di Mare, madre della vittima, ha urlato all’uscita del tribunale.  “La giustizia ha fallito di nuovo, è uno schifo: per questo i minorenni continuano ad ammazzare”.

Ad attenderla c’era una folla di amici e parenti – ‘L’Esercito di  Santo ‘ – la stava attendendo. Il fratello del ragazzo ucciso, Antonio, non ha saputo trattenersi: già alla lettura del dispositivo in aula ha rivolto parole violente sia al 17enne che ha sparato, sia alla sua famiglia. Frasi pesantemente minacciose: “Ti uccido, ti spezzo a te e la famiglia tua… ti devo decapitare”, poi pronunciata anche fuori dal tribunale. 

Il dramma di San Sebastiano al Vesuvio

Il fatto è avvenuto tra l’1 e il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio. Una lite nata per futili motivi si è trasformata in tragedia, rievocando dinamiche simili a quelle dell’omicidio del pizzaiolo Francesco Pio Maimone.

Presente in aula anche Simona, la fidanzata di Santo, che ha chiesto maggiore sostegno e attenzione per prevenire simili episodi. Tra i presenti, anche le madri di altre giovani vittime della violenza minorile: Concetta Napoletano, madre di Francesco Pio Maimone, e Natascia Lipari, la mamma di Simone Frascogna, lo studente di 19 anni ucciso a Casalnuovo il 3 novembre 2020 con 9 pugnalate.

Da lei sono arrivate parole veementi: “Lo Stato non ci tutela…” – ha detto, invocando le più dure leggi americane. Uno sfogo “comprensibile”, dice la gente davanti al Tribunale, perché “nessuna condanna potrà mai riempire il vuoto creato dalla perdita di un figlio, a maggior ragione se le cause sono così banali”. 

Reazioni e riflessioni

“Una pena contenuta, ma la legge sui minori non permette di più”, ha spiegato l’avvocato Massimo De Marco. Per i familiari, però, nessuna condanna potrà mai colmare il vuoto. Il caso ha riacceso il dibattito sulla violenza giovanile e sulla necessità di pene più severe.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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