Cosa è successo a Mirandola: la ricostruzione del dramma
Una tragedia familiare ha sconvolto Mirandola, cittadina del Modenese, nella mattina di sabato 11 ottobre. In un appartamento di via San Faustino, un uomo di 86 anni ha ucciso la moglie di 89, malata da tempo di demenza senile, prima di togliersi la vita gettandosi dal balcone del terzo piano della palazzina dove la coppia viveva da anni.
Secondo la prima ricostruzione della Polizia di Stato, l’uomo avrebbe strangolato la moglie sul divano del soggiorno, in un gesto disperato e pianificato. Poi, travolto dal rimorso e dal dolore, avrebbe deciso di farla finita.
Quando i vicini, allarmati da un tonfo improvviso, si sono affacciati, hanno trovato il corpo dell’uomo sull’asfalto del cortile interno. In casa, poco dopo, gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mirandola hanno scoperto il corpo senza vita della donna.
Le vittime: una coppia legata da 60 anni di matrimonio
Le vittime, i cui nomi non sono stati ancora resi noti per rispetto dei familiari, erano sposate da oltre sessant’anni. Entrambi pensionati, vivevano da soli e non avevano figli conviventi. Negli ultimi anni, la salute della donna era peggiorata a causa della demenza senile, una malattia che progressivamente le aveva tolto autonomia e lucidità.
Secondo i vicini, l’uomo si prendeva cura di lei giorno e notte, spesso rifiutando l’aiuto dei servizi sociali. “Erano persone tranquille, molto legate – racconta una vicina – ma lui appariva sempre più stanco. Diceva spesso: ‘Non ce la faccio più, ma non la lascerò mai sola’.”
Una frase che, alla luce dei fatti, assume un significato tragico e struggente.
Le indagini: nessun segno di effrazione
Sul luogo della tragedia sono intervenuti i sanitari del 118, la Polizia scientifica e il medico legale, che hanno escluso sin da subito l’intervento di terze persone. Non sono stati trovati segni di effrazione o colluttazione, e tutto lascia pensare a un gesto volontario, maturato nel contesto di sofferenza e isolamento.
Il sostituto procuratore di Modena ha disposto l’autopsia e il sequestro temporaneo dell’abitazione per completare i rilievi. I corpi dei due anziani sono stati trasferiti all’obitorio di Modena, dove saranno messi a disposizione dei familiari per le esequie.
Un caso non isolato: l’ennesimo dramma in Emilia
La tragedia di Mirandola arriva a pochi giorni da un altro episodio simile avvenuto a Castelfranco Emilia, dove un 92enne, Enzo Manzini, ha ucciso la moglie Maria Capitati, 88 anni e malata di Alzheimer, sgozzandola prima di suicidarsi gettandosi dalla finestra.
Una sequenza inquietante di casi di omicidio-suicidio tra anziani, accomunati dalla stessa matrice: la malattia, la solitudine e la mancanza di sostegno psicologico e sociale.
Secondo dati ISTAT, in Italia ogni anno si registrano oltre 70 casi di questo tipo, e la maggior parte avviene in contesti familiari segnati dalla malattia neurodegenerativa e dal carico assistenziale che grava interamente sui coniugi.
La riflessione: la solitudine degli anziani e la rete che non c’è
Il dramma di Mirandola è l’ennesimo segnale d’allarme su una fragilità spesso invisibile. Gli esperti ricordano che la demenza e l’Alzheimer non colpiscono solo il paziente, ma anche chi se ne prende cura, generando esaurimento fisico ed emotivo.
Il Comune di Mirandola ha espresso cordoglio per la tragedia e ha ricordato che è attivo un servizio di supporto psicologico e assistenza domiciliare per le famiglie con anziani non autosufficienti. “Dobbiamo imparare a leggere i segnali di chi sta cedendo – ha dichiarato un operatore sociale – e non lasciare soli gli anziani che vivono il peso della cura.”