Luigi Bernabò ha pubblicato la foto del figlio pestato sui socialLuigi Bernabò ha pubblicato la foto del figlio pestato sui social

Un compleanno tra adolescenti sfocia in violenza

Una serata di festa è sfociata in un atto di violenza che riapre con forza il dibattito sul disagio giovanile. È accaduto a Salerno, dove, durante un compleanno tra adolescenti, un 14enne è stato colpito con violenza da un ragazzo più grande, finendo al pronto soccorso con lividi e un occhio tumefatto. L’aggressore, un 17enne che conosceva appena i partecipanti alla festa, avrebbe innescato il tutto con atteggiamenti provocatori, culminati poi in un’aggressione fisica brutale.

Il padre della vittima denuncia pubblicamente l’aggressione del figlio

A rendere pubblico l’episodio è stato il padre del giovane ferito, Ginetto Bernabò, ex consigliere comunale di Salerno e attuale presidente del Consiglio comunale di Giffoni Valle Piana. Sociologo di professione, ha scelto di raccontare l’accaduto anche attraverso i social, pubblicando l’immagine scioccante del volto del figlio per “risvegliare le coscienze”.

«Mio figlio Ernesto era a una festa con i compagni, quando è stato improvvisamente aggredito da un ragazzo più grande che, senza alcun motivo, lo ha colpito con violenza. Un pugno in faccia, uno in fronte. Quando siamo arrivati a prenderlo, aveva il volto gonfio, un dente scheggiato, ghiaccio sull’occhio e tanta paura negli occhi», ha raccontato.

‘Famiglie distratte e banalizzazione del bullismo’

Bernabò ha puntato il dito contro una cultura dell’aggressività sempre più diffusa tra i giovanissimi: «Questo tipo di violenza non nasce nel vuoto. È il frutto di famiglie disattente, ambienti scolastici che faticano a intervenire e una società che spesso banalizza il bullismo».

La vicenda ha acceso un dibattito molto acceso anche online. Molti utenti, genitori e docenti, si sono uniti al coro di indignazione, sottolineando come l’episodio non sia un caso isolato. Gli atti di violenza gratuita tra adolescenti, spesso in contesti di svago come compleanni o serate tra amici, sembrano moltiplicarsi, segnalando una frattura profonda nel tessuto sociale ed educativo.

Il sociologo invita a «un’azione corale», fatta di prevenzione, educazione all’empatia e supporto psicologico nelle scuole. Dove non basta l’indignazione, serve l’intervento, anche con misure correttive serie, specie per quei minorenni recidivi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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