Le cortigiane in epoca medioevaleLe cortigiane in epoca medioevale

l post di Meloni e la parola al centro del dibattito

Dopo le recenti dichiarazioni del segretario della CGIL Maurizio Landini durante il programma diMartedì, e la conseguente risposta social della premier Giorgia Meloni, il termine cortigiana è tornato al centro del dibattito pubblico.
Ma cosa significa davvero questa parola, e come si è trasformata nel corso dei secoli?


Dalle dame di compagnia alle donne di corte

Originariamente, nel Medioevo, la cortigiana era semplicemente una “donna di corte”: una figura di rango che viveva negli ambienti aristocratici e svolgeva ruoli di compagnia o consiglio.
Il termine derivava da corte, cioè l’insieme dei luoghi e delle persone che orbitavano intorno a un sovrano o a un signore feudale.

Solo dal Quattrocento in poi la parola cominciò ad assumere sfumature diverse, identificando quelle donne che, pur mantenendo eleganza e cultura, intrattenevano rapporti amorosi o politici con nobili e potenti.


Dal “Cortegiano” di Castiglione alla doppia morale rinascimentale

Il termine “cortigiano” trova la sua codificazione nell’opera di Baldassar Castiglione, Il Cortegiano (1513–1524), dove viene descritto l’ideale dell’uomo di corte: elegante, colto, misurato e abile nell’arte della parola.
Parallelamente, la versione femminile — cortigiana — inizia a scindersi semanticamente: da “donna raffinata di corte” a donna libertina, talvolta assimilata alla figura della prostituta d’alto rango.

Le cronache rinascimentali raccontano di figure come Veronica Franco e Tullia d’Aragona, celebri cortigiane veneziane che univano bellezza, intelletto e indipendenza, capaci di dialogare alla pari con poeti e nobili.


Dalla cultura al pregiudizio

Col passare dei secoli, la parola perde progressivamente il suo valore culturale, assumendo una connotazione esclusivamente negativa.
Nel linguaggio comune e letterario moderno, come riporta la Treccani, cortigiana diventa sinonimo di “donna di facili costumi” o “prostituta”, caricandosi di un giudizio morale che ne distorce le origini storiche.


Un termine che racconta la condizione femminile

La storia della parola “cortigiana” è anche una metafora dell’evoluzione del ruolo delle donne nella società: da figure centrali del potere culturale a oggetti di moralismo.
Oggi, riportarla nel suo contesto originario significa riconoscere il valore intellettuale e simbolico che ebbe nel Rinascimento, quando essere cortigiana poteva voler dire essere libera, istruita e capace di influenzare il potere.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *