l ritrovamento nel pomeriggio del 16 ottobre
Nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre 2025, attorno alle 15, una Renault Captur bianca è stata ripescata dalle acque del fiume Sile, nei pressi del porticciolo di Silea, tra le province di Venezia e Treviso.
All’interno del veicolo sono stati trovati i corpi di Rosita e Mauro Dal Corso, di 55 e 52 anni, figli di Maria Bovo, la donna di 77 anni il cui cadavere era stato rinvenuto una settimana prima nel tratto di fiume tra Roncade e Meolo.
Il ritrovamento, avvenuto grazie a un elicottero dei Vigili del fuoco, ha posto tragicamente fine alle speranze della famiglia che, da giorni, attendeva notizie dei due fratelli scomparsi.
Le prime ipotesi investigative
Secondo la ricostruzione preliminare del sostituto procuratore Giorgio Gava, titolare del fascicolo, la donna sarebbe morta prima di essere portata al fiume.
L’autopsia sul corpo di Maria Bovo ha infatti escluso l’annegamento: nei polmoni non è stata trovata acqua.
Gli investigatori ipotizzano che i figli abbiano caricato in auto la madre già priva di vita, e che successivamente si siano diretti verso Silea, dove l’auto sarebbe stata fatta finire nel fiume.
Maria, senza cintura e con ai piedi delle ciabatte, potrebbe essere stata trascinata via dalla corrente dopo l’impatto, mentre Rosita e Mauro, rimasti con le cinture allacciate, sono annegati intrappolati nell’abitacolo.
Una famiglia fragile, seguita dai servizi sociali
L’intera famiglia Dal Corso era nota ai servizi sociali di Mirano, dove viveva da anni.
Maria Bovo, descritta dai vicini come “una donna forte e combattiva”, si era chiusa in sé negli ultimi mesi, mentre il figlio Mauro era seguito dal CSM di Mirano per disturbi psichici.
Frequentava regolarmente il bar Evelyn, dove tutti lo conoscevano come “Maurone”. “Lo conoscevamo da una vita, parlava sempre con tutti ed era sempre caritatevole. Ci mancherà tanto” – hanno detto i proprietari.
In attesa degli esiti autoptici
Le autopsie sui corpi dei fratelli dovranno ora chiarire tempi e modalità della tragedia.
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo conoscitivo senza indagati, in attesa dei risultati definitivi.
Una vicenda familiare dolorosa che lascia attonite due comunità — Mirano e Silea — e che riporta ancora una volta al centro il tema del disagio psichico e della solitudine dietro le cronache più tragiche.