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Strage Samarate, Alessandro Maja condannato all’ergastolo: il gesto dopo aver visto la maglia di Nicolò

“Mi aspettavo questa sentenza, è il minimo per quello che ha fatto. Quando è stata letta, ho pensato a mia madre ea mia sorella”. Così Nicolò, 21 anni, dopo che il giudice ha pronunciato venerdì 21 luglio la sentenza di condanna all’ergastolo del padre, Alessandro Maja.

Nicolò Maja con lo zio e il nonno

Il figlio di Alessandro Maja: ‘Mi aspettavo questa sentenza, è il minimo per quello che ha fatto’

Il giovane è l’unico sopravvissuto alla strage messa in atto dall’uomo nel maggio 2022 nella villetta di famiglia a Samarate, in provincia di Varese. Nicolò ha spiegato di sentirsi “liberato” e di credere possibile il pentimento del padre, ma che questo non sarebbe comunque sufficiente per perdonarlo. “Prima mio padre ha guardato la maglietta con le loro foto stampate e mi ha fatto il gesto del bacio. Penso che si sia pentito ma non basta, ha fatto una cosa che neanche nel pensiero poteva esserci”.

‘Ha guardato la maglietta con le foto stampate e mi ha fatto il gesto del bacio, penso sia pentito ma non basta’

Nell’aula della Corte d’Assise di Busto Arsizio – per la prima volta in piedi senza più la carrozzina che lo ha accompagnato per mesi dopo una serie di interventi chirurgici – il 21enne ha ribadito di sperare in un futuro “normale” e di poter trascorrere presto un’esistenza “autonoma e indipendente”.  “Oggi si volta pagina, questa parte della mia vita è conclusa” – ha chiosato Nicolò che attende ancora una risposta del papà sulle ragioni del gesto.

Strage familiare Samarate, uccide moglie e figlia e si affaccia alla finestra: ‘Li ho ammazzati’, grave il figlio

In aula, oltre a Nicolò, erano presenti tutti i familiari con il nonno e lo zio sono molto provati. “Nessuna sentenza, per quanto idonea, può restituire quello che si è perso: la ferita creata nel loro cuore rimarrà perenne” – ha riferito l’avvocato di parte civile Stefano Bettinelli. La madre della moglie di Maja, Ines, ha preferito aspettare l’esito da casa casa. “Non ci sono vincitori, questa sentenza non mi restituisce mia figlia. A questa persona ho voluto anche bene”.

Il 21enne è tornato a camminare: ‘Si volta pagina, spero di trascorrere una vita autonoma e indipendente’

La sentenza è arrivata dopo 5 ore di camera di consiglio con i giudici che hanno accolto la richiesta di ergastolo avanzata dal pm. Stabilita una provvisionale di circa 200mila euro per ogni parente delle vittime, riconosciuto il danno biologico per il figlio di 900mila euro. 

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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