Tatiana Tramacere durante l'intervista a Chi l'ha vistoTatiana Tramacere durante l'intervista a Chi l'ha visto

Tatiana Tramacere rompe il silenzio a Chi l’ha visto

«Chiedo scusa a tutti: alla mia famiglia, alle forze dell’ordine, a ogni cittadino di Nardò». Sono queste le prime parole che Tatiana Tramacere ha affidato alla trasmissione Chi l’ha visto? che ha anticipato una breve dichiarazione dell’intervista che andrà in onda nel corso della puntata del 10 dicembre.

Undici giorni dopo una sparizione che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la Puglia e buona parte d’Italia. Una frase secca, contrita, che però non chiarisce il perché di quell’allontanamento volontario e della scelta di non farsi trovare, pur sapendo che la sua scomparsa aveva generato una macchina investigativa enorme.

Social cancellati, pressione pubblica e fuga digitale

Tatiana Tramacere è tornata ma non è tornata davvero. Chiusa in casa, protetta dalla famiglia, ha chiuso anche le finestre virtuali: Facebook blindato, Instagram sparito, cancellato sia il profilo ufficiale sia quello “cacciatrice di emozioni”. Sotto i vecchi post erano stati condivisi commenti duri, amarissimi. C’è chi la perdona, ma più spesso la accusa. Nardò si è sentita tradita, messa in allarme, mobilitata senza motivo. O almeno, senza motivo dichiarato.

Dragos, “nessuna denuncia”: ma la Procura non archivia

Il nodo resta Dragos Ioan Gheormescu, l’amico che l’ha ospitata e nascosta nella mansarda. Il legale della famiglia ribadisce: «Nessuna denuncia». Ma la Procura di Lecce non chiude il fascicolo. Il telefono di Dragos resta sotto sequestro: unico ponte possibile tra i giorni dell’assenza e la verità che Tatiana non racconta. Le versioni coincidono, dicono gli inquirenti, ma verifiche e incroci proseguono.

La Procura vuole capire se dietro l’allontanamento ci sia solo una “pausa dalla vita” o qualcos’altro: pressioni, vulnerabilità, conflitti. Tatiana non parla e i magistrati, per ora, non archiviano.

Nardò tra pietà e irritazione: serve una spiegazione

Dopo undici giorni di ricerche, droni, appelli televisivi, segnalazioni e controlli capillari, la città oggi è spaccata: tra chi invoca comprensione e chi pretende la verità. Tatiana chiede scusa, sì, ma non spiega. Dragos tace. La famiglia costruisce protezione e silenzio. È un muro morbido, ma pur sempre un muro.

Il frammento diffuso da Chi l’ha visto? questa sera potrebbe non bastare a dissolvere interrogativi che restano sospesi. «Proteggiamo Tatiana», ha detto più volte la famiglia. Ma l’eco di quei giorni, la mobilitazione dell’intera comunità di Nardò e il clamore digitale chiedono ancora un chiarimento.

Intanto i social – quelli che l’hanno cercata, condivisa, sorvegliata – diventano il tribunale che lei sta provando a scavalcare cancellandosi. Una scelta che però, nell’era della traccia digitale permanente, difficilmente potrà bastare.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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