Giorgio ArmaniGiorgio Armani

L’attesa per l’apertura del testamento

Bisognerà attendere ancora qualche giorno per conoscere il destino dell’impero Armani dopo la scomparsa del suo fondatore. Il testamento di Giorgio Armani, scomparso a 91 anni, sarà aperto solo nei giorni successivi ai funerali fissati per lunedì 8 settembre a Milano. Un momento cruciale che svelerà a chi andrà un patrimonio stimato in oltre 12 miliardi di dollari e, soprattutto, quale sarà il futuro della maison simbolo dell’eleganza italiana.

L’eredità di uno stilista senza figli

A rendere ancora più avvolto nel mistero il testamento è il fatto che Armani non abbia lasciato figli. La legge italiana, in assenza di eredi diretti, concede al fondatore libertà assoluta nel disporre dei propri beni. Da tempo, i riflettori sono puntati sui nipoti: Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio, e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna. Tutti e tre siedono già nel cda della Giorgio Armani Spa, accanto a due figure chiave: Leo Dell’Orco, storico braccio destro e custode delle linee maschili, e Federico Marchetti, imprenditore e fondatore di Yoox.

Lo statuto blindato del gruppo

Non è un caso che Armani, con la sua proverbiale lungimiranza, abbia già predisposto un nuovo statuto societario nel 2016, poi ritoccato nel 2023. Le regole sono severe: sei categorie di azioni (dalla A alla F), uguali per valore patrimoniale ma diverse per peso in governance e diritti di voto. Per cambiare lo statuto servirà il 75% dei consensi, rendendo praticamente impossibili colpi di mano o acquisizioni improvvise.

Un assetto che rispecchia la visione dello stilista: continuità, solidità e indipendenza. “Il gruppo non deve essere spezzettato o svenduto” aveva dichiarato Armani. Allo stesso tempo, non aveva escluso che un giorno l’azienda potesse perdere la sua autonomia, magari entrando in Borsa, ma mai prima di cinque anni dall’attuazione delle nuove regole.

Il ruolo della Fondazione Armani

Un tassello cruciale nella successione sarà la Fondazione Armani. L’ente, creato e voluto dallo stilista, ha lo scopo di garantire armonia tra gli eredi e impedire che il gruppo finisca in mani sbagliate. Nella Fondazione siederanno tre persone scelte direttamente da Giorgio Armani, figure che avranno il compito di bilanciare gli interessi familiari e aziendali.

La Fondazione sarà quindi un arbitro di stabilità, con il dovere di preservare non solo il patrimonio economico, ma soprattutto lo spirito della maison: uno stile sobrio, moderno ed elegante, lontano dagli eccessi e dalle ostentazioni.

Un colosso mondiale della moda

Oggi la Giorgio Armani Spa è molto più di una casa di moda. Con dodici stabilimenti produttivi e oltre 2.700 boutique in 60 Paesi, il gruppo si è espanso nel lusso a 360 gradi, spaziando dalla ristorazione agli hotel. La società possiede anche una quota del 2% di EssilorLuxottica, gigante mondiale dell’occhialeria.

Questa diversificazione ha reso Armani un colosso solido e resiliente, capace di superare crisi economiche e mutamenti di mercato, restando sempre fedele a un’identità unica nel panorama della moda globale.

La promessa dei dipendenti

Il vuoto lasciato da Giorgio Armani non è solo economico e creativo, ma anche umano. Nei giorni successivi alla sua morte, i dipendenti hanno pubblicato sui principali quotidiani messaggi commossi e pieni di riconoscenza: “In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto di chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione”.

Una promessa che diventa un impegno: proteggere l’eredità del fondatore e portare avanti la sua visione con rispetto e responsabilità.

L’attesa che accende le speculazioni

Fino all’apertura del testamento, il futuro dell’impero Armani rimane sospeso. Saranno i nipoti i nuovi custodi della maison? Oppure lo storico entourage, come Dell’Orco, avrà un ruolo ancora più rilevante? La Fondazione prenderà in mano le redini per evitare spaccature interne?

L’unica certezza, per ora, è che l’ultimo desiderio dello stilista sarà rispettato. Giorgio Armani, che ha trasformato il suo cognome in un simbolo di stile universale, ha lavorato fino all’ultimo per proteggere la sua creatura. Il testamento non sarà solo un atto giuridico, ma il capitolo finale di una vita spesa per costruire un impero senza tempo.

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

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