Giorgio ArmaniGiorgio Armani

L’annuncio ufficiale del gruppo Armani

Milano piange oggi la scomparsa di Giorgio Armani, morto a 91 anni (compiuti a luglio) nella sua Milano. A darne notizia è stato il gruppo da lui stesso fondato, con una nota intrisa di cordoglio e gratitudine. «Con infinito dolore – si legge – il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore»

Lo stilista, universalmente riconosciuto come uno dei pilastri della moda internazionale, si è spento serenamente, circondato dall’affetto dei suoi cari. Al suo fianco fino all’ultimo la famiglia e Leo Dell’Orco, il compagno degli ultimi vent’anni. 

Il “Signor Armani”: rispetto e ammirazione di collaboratori e dipendenti

Per tutti, all’interno della maison, Armani era semplicemente “il Signor Armani”, un appellativo che racchiudeva rispetto e devozione. I dipendenti hanno ricordato il fondatore come un uomo instancabile, capace di lavorare fino agli ultimi giorni alle collezioni e ai nuovi progetti.
«In questa azienda – scrivono in un messaggio condiviso con la famiglia – ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito, portando avanti l’azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore».

Una visione oltre la moda

Il comunicato ricorda come Armani abbia creato molto più di uno stile. La sua visione si è estesa a ogni aspetto del vivere, dal design all’architettura, dal cinema al lusso alberghiero, anticipando i tempi con lucidità e concretezza. «Lo ha guidato – sottolinea la nota – un’inesauribile curiosità, l’attenzione per il presente e per le persone».
Sempre vicino alla sua amata Milano, Armani è stato un punto di riferimento culturale e sociale, impegnandosi in iniziative solidali e nel sostegno alla comunità.

Una carriera lunga cinquant’anni

Giorgio Armani ha fondato la sua azienda nel 1975 insieme a Sergio Galeotti, trasformandola in pochi anni in una delle maison più prestigiose al mondo. Il marchio è diventato sinonimo di eleganza senza tempo, linee pulite e raffinatezza minimalista, che hanno rivoluzionato il concetto stesso di abbigliamento.
Le sue creazioni hanno vestito attori, politici, sportivi e star internazionali. Da Richard Gere a Cate Blanchett, da Leonardo DiCaprio a Michelle Obama, i red carpet e le passerelle hanno celebrato il suo stile unico e riconoscibile.

L’eredità di un maestro

Con oltre cinquant’anni di carriera, Armani lascia un impero della moda che rimane indipendente, riflesso della sua filosofia di autonomia e rigore. Nel tempo ha costruito un universo che comprende abbigliamento, accessori, profumi, arredamento e persino hotel di lusso.
Il suo lascito va oltre i numeri e i traguardi economici: Armani ha incarnato l’idea stessa di “Made in Italy”, diventando ambasciatore della creatività e dell’eleganza italiana nel mondo.

Il cordoglio di Milano e dell’Italia

Milano, città che lo ha visto crescere e affermarsi, lo ricorda come uno dei suoi figli più illustri. «Sempre attento alle esigenze della comunità – scrive il gruppo – Armani si è impegnato su molti fronti, soprattutto verso la sua amata Milano». Non è escluso che nelle prossime ore vengano proclamati momenti di lutto cittadino o iniziative in sua memoria.

Lo stilista ha lavorato fino all’ultimo: è di pochi giorni fa il comunicato con cui ufficializzava di avere acquisito La Capannina, con un gesto che definiva «affettivo, un ritorno alle origini». Proprio lì, negli anni Sessanta, aveva conosciuto Sergio Galeotti, divenuto poi suo compagno di vita e di lavoro. Non solo. Qualche giorno fa aveva voluto controllare e approvare tutti i look della collezione dei 50 anni, quella che sfilerà nella prossima fashion week, a settembre.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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