Non ce l'ha fatta il bimbo di 3 anni schiacciato da una trave nel Parco urbano di Vibo ValentiaNon ce l'ha fatta il bimbo di 3 anni schiacciato da una trave nel Parco urbano di Vibo Valentia

Il bimbo di 3 anni e mezzo non ce l’ha fatta

Non ce l’ha fatta Francesco Mirabelli, il bimbo di tre anni e mezzo rimasto gravemente ferito lo scorso venerdì al Parco urbano di Vibo Valentia. Il piccolo è morto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove era stato trasferito con un volo di Stato dopo un primo intervento chirurgico eseguito all’ospedale Jazzolino. Una morte che ha sconvolto l’intera comunità calabrese e che apre scenari giudiziari delicati: la Procura ha infatti modificato l’ipotesi di reato in omicidio colposo.


L’incidente al parco urbano

La tragedia si è consumata lo scorso 5 settembre, quando Francesco stava giocando nel parco di Contrada Moderata Durant. Una trave in legno, parte della struttura, si è improvvisamente staccata, schiacciandolo e procurandogli gravissime lesioni interne. Trasportato d’urgenza al vicino ospedale Jazzolino, i medici avevano riscontrato una massiccia emorragia interna e un quadro clinico disperato.

Il primo intervento aveva tamponato i danni, ma vista la gravità delle condizioni i sanitari avevano disposto il trasferimento immediato a Roma, dove il piccolo è stato sottoposto a un secondo intervento. Nei giorni successivi le speranze sembravano riaccendersi, con lievi segnali di miglioramento. Ma nella notte le condizioni sono precipitate fino al decesso.


Una comunità sconvolta dal dolore

La morte del piccolo Francesco ha gettato nello sconforto l’intera città di Vibo Valentia. Al Palazzo Luigi Razza, sede del Comune, volti segnati dal dolore hanno accolto la notizia. Il sindaco Vincenzo Romeo e l’assessore all’Ambiente Marco Miceli hanno espresso pubblicamente la loro vicinanza alla famiglia, sottolineando come la tragedia abbia colpito l’intera comunità vibonese.

Il bimbo era molto conosciuto e amato: figlio della dottoressa Laura Giofrè, neurologa all’ospedale di Vibo, e del dottor Raffaele Mirabelli, era cresciuto circondato dall’affetto dei nonni. Chi lo conosceva lo ricorda come un bambino solare, dal sorriso contagioso. “È volato in cielo scortato dagli angeli”, hanno scritto alcuni familiari sui social, raccogliendo centinaia di messaggi di cordoglio.


Le indagini della Procura

Accanto al dolore si aprono ora gli interrogativi sulle responsabilità. La Procura di Vibo Valentia, guidata da Camillo Falvo, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e nominato l’ingegnere Giuseppe Venanzio come perito tecnico. Obiettivo: verificare la stabilità e la sicurezza della struttura da cui si è staccata la trave fatale.

La struttura del parco è stata sequestrata. Le verifiche in corso riguardano non solo l’adeguatezza dei materiali e la manutenzione, ma anche i passaggi amministrativi: il parco è mai stato ufficialmente consegnato al Comune? È stato collaudato secondo quanto previsto dalla legge? Domande a cui per ora nessuno ha dato risposta.

Gli amministratori mantengono il riserbo, ma la vicenda rischia di trasformarsi in un caso giudiziario complesso. Una volta completata la perizia, si procederà con l’ascolto di testimoni e responsabili.


Un dolore che diventa anche monito

La morte di Francesco pone al centro dell’attenzione il tema della sicurezza degli spazi pubblici, in particolare di quelli dedicati ai bambini. Episodi come quello di Vibo Valentia sollevano dubbi sulla manutenzione delle strutture e sulla responsabilità degli enti locali nella gestione dei parchi cittadini.

Mentre la comunità si stringe attorno alla famiglia Mirabelli, resta l’amarezza per una tragedia che si sarebbe potuta evitare. “Non si può morire a tre anni per giocare in un parco”, è il pensiero che accomuna genitori, cittadini e amministratori, tutti uniti nel dolore e nella richiesta di verità.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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