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Uccide il padre a Nizza Monferrato, Makka: ‘Ha aggredito mamma e poi mi ha preso a pugni’

Ha risposto a tutte le domande dei pm la 18enne Makka, accusata di aver ucciso a coltellate il padre, Akhyad Sulaev, nella loro abitazione di Nizza Monferrato nell’Astigiano. 

Omicidio Nizza Monferrato, la 18enne ha riferito di essere intervenuta in difesa della madre: ‘Ha picchiato anche me’

Secondo quanto si apprende, dagli accertamenti svolti e dalle testimonianze raccolte dai carabinieri che indagano sull’omicidio coordinati dalla procura, è emerso un quadro di violenze familiari da parte del padre (la vittima 50enne) nei confronti della moglie e dei figli.  “L’ha aggredita per l’ennesima volta. Io sono intervenuta per difenderla e ha picchiato anche me. Mi ha inseguita in camera e mi ha preso a pugni. Mi sono difesa, ma non volevo fare quello che ho fatto” – ha riferito agli inquirenti.

L’accesa discussione sarebbe nata, a quanto si apprende, dopo che il 50enne Akhyad Sulaev si era licenziato dal suo impiego in un locale che si occupa di ristorazione, ambito in cui lavora anche la moglie e in cui Makka stessa faceva qualche ora per contribuire al bilancio familiare, quando era libera dagli impegni scolastici della sua terza liceo.

Lite in famiglia a Nizza Monferrato, accoltellato e ucciso 50enne: fermata la figlia 18enne

I vicini di casa, nel piccolo condominio nel centro di Nizza Monferrato, sono increduli e continuano a parlare di “persone per bene, riservate, gentili”, arrivate dal Caucaso russo qualche anno fa e che cercavano di integrarsi. 

La lite è scoppiata dopo che il 50enne Akhyad Sulaev si era licenziato

“Non litigavano, erano tranquilli” dicono, tranne per il fatto che ieri una discussione in strada era stata vista, tra l’uomo e la consorte. Lui gesticolava, lei annuiva, ma non sanno che cosa stessero dicendo, tranne per il fatto che l’uomo si era appena licenziato. “Gran lavoratore”, della famiglia sembrava quello che aveva qualche difficoltà in più ad ambientarsi, almeno per la lingua. 

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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