Da sinistra Anastasia con Andromeda e Francis Kaufmann con la bimbaDa sinistra Anastasia con Andromeda e Francis Kaufmann con la bimba

Francis Kaufmann ha soffocato la compagna

A poco più di due mesi dal ritrovamento dei corpi di Anastasia Trofimova e della piccola Andromeda, 11 mesi, emergono nuovi dettagli sull’orrore consumatosi a Villa Pamphili. Gli esami istologici disposti dagli inquirenti hanno accertato che la ventottenne russa è stata soffocata.

Secondo la ricostruzione, il compagno e padre della bambina, Francis Kaufmann, 46 anni, alias Rexal Ford, avrebbe ucciso la donna senza lasciare segni evidenti di violenza, per poi strangolare la figlia. Delitti avvenuti, secondo gli inquirenti, nell’area verde della Capitale nei giorni precedenti alla tragica scoperta dei cadaveri.


La fuga e l’arresto in Grecia

Dopo il duplice omicidio, Kaufmann avrebbe lasciato Roma imbarcandosi su un volo di linea per l’isola greca di Skiathos, dove è stato rintracciato e arrestato. Secondo gli investigatori, stava pianificando ulteriori spostamenti per far perdere definitivamente le sue tracce.

L’uomo viaggiava con un passaporto valido ma intestato al nome falso Rexal Ford, che utilizzava da anni. Durante il rimpatrio a bordo di un Falcon dell’Aeronautica, ha mostrato comportamenti aggressivi, prendendo di mira gli agenti e lamentando presunti maltrattamenti.


Un passato di segnalazioni e aggressioni

Kaufmann non era sconosciuto alle forze dell’ordine: più volte era stato notato in centro a Roma in compagnia di Anastasia e della bambina, talvolta in stato di ebbrezza e con atteggiamenti violenti. Tre interventi di polizia, avvenuti nei giorni precedenti alla tragedia, sono ora oggetto di un’accurata revisione ordinata dal questore Roberto Massucci per individuare eventuali falle operative.


Il ritrovamento dei corpi

Il 7 giugno, nel pomeriggio, alcuni passanti hanno notato i corpi all’interno di Villa Pamphili: quello di Anastasia, in avanzato stato di decomposizione e avvolto in un telo nero di plastica con tracce di DNA di Kaufmann, e poco distante la piccola Andromeda, nascosta in un’aiuola.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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