La tregua è durata solo poche settimane. Il presidente e l’ex “first buddy” tornano a scontrarsi
Donald Trump ed Elon Musk, un tempo alleati, oggi rivali pubblici. Dopo un breve tentativo di riconciliazione a maggio, la tregua tra i due è definitivamente saltata. Ad accendere nuovamente la miccia è stato il dibattito sul “Big Beautiful Bill”, provvedimento chiave voluto dal presidente e fortemente osteggiato dal patron di Tesla e SpaceX.
Durante un comizio, Trump ha affondato il colpo: “Senza i sussidi federali, Elon dovrebbe chiudere bottega e tornare a casa in Sudafrica”, ha dichiarato il presidente, provocando una caduta in Borsa del 7% per le azioni Tesla.
Minacce e scontri sui social: il DOGE nel mirino
Lo scontro si è rapidamente spostato sui social, dove il tycoon ha lasciato intendere la possibilità di un’indagine formale contro l’impero di Musk: “Forse il DOGE (Department of Government Efficiency) dovrebbe dare un’occhiata ai suoi contratti pubblici. C’è molto da risparmiare”, ha scritto, lasciando intravedere ripercussioni legali.
Alla domanda diretta di un giornalista – “Intende deportare Musk?” – Trump ha risposto: “Darò un’occhiata”. Una frase carica di implicazioni, in un momento in cui la sua amministrazione è sotto pressione per la gestione dei fondi pubblici e il debito crescente.
Il Big Beautiful Bill divide l’America
Al centro dello scontro, il disegno di legge noto come Big Beautiful Bill, una manovra che racchiude gran parte del programma trumpiano: tagli fiscali, riduzione del welfare e rilancio industriale.
Musk lo ha definito “irresponsabile” e “una mina per l’economia americana”. In un post, ha scritto: “Viviamo in un Paese con un unico partito: quello del maiale”, criticando duramente democratici e repubblicani. Non contento, ha minacciato di fondare un nuovo soggetto politico: “Un partito che si preoccupi davvero delle persone”.
Congresso spaccato: la legge passa al Senato, ma ora la Camera è un campo minato
Il provvedimento ha superato il Senato grazie al voto decisivo del vicepresidente JD Vance, nonostante la defezione di tre senatori repubblicani (Rand Paul, Thom Hillis e Susan Collins), contrari ai tagli al programma Medicaid, che colpiranno oltre 12 milioni di cittadini americani.
Ora la legge arriva alla Camera dei Rappresentanti, dove l’esame si annuncia complesso. Il testo differisce notevolmente da quello già approvato e richiederà un’ulteriore revisione. I repubblicani moderati temono le ripercussioni elettorali, mentre i falchi del GOP giudicano il disegno “ancora troppo blando”.
Musk: ‘Farò perdere le primarie a chi lo ha votato’
Il miliardario non si è limitato a criticare il provvedimento. Ha lanciato un monito a tutti i parlamentari che lo hanno sostenuto: “Dovrebbero vergognarsi. E perderanno le primarie, anche se fosse l’ultima cosa che farò su questa Terra”.
Un linguaggio che ha innescato la reazione furiosa di Trump, deciso a non farsi mettere in discussione proprio ora, a pochi giorni dalla scadenza del 4 luglio, data simbolica entro cui vuole firmare la legge e incassare una vittoria politica.
Tensioni in un’estate rovente
Il clima politico si surriscalda mentre il presidente è atteso da giornate delicate: dall’incontro con Netanyahu alla Casa Bianca, al possibile cessate il fuoco a Gaza, fino alla scadenza del 9 luglio per i nuovi dazi commerciali. In questo contesto, lo scontro con Musk rischia di diventare un ulteriore elemento destabilizzante, sia per la Casa Bianca sia per l’intero asse economico-finanziario degli Stati Uniti.