La frattura con Pausini: «Non mi ha fatto ascoltare il brano»
Nel giorno in cui festeggia i 30 anni anni di Destinazione Paradiso, Gianluca Grignani decide di non scansare la parte più scomoda della memoria: «Laura non mi ha fatto sentire il brano, ha cambiato testo e significato. È un’amica, ma in quel momento non lo è stata». Parole nette, non urlate ma cesellate con l’evidenza di chi quella ferita l’ha digerita, non rimossa.
La cover di La mia storia tra le dita, interpretata da Laura Pausini, era comparsa nella sua scaletta live a sorpresa. Una modifica sostanziale – «passando dalla prima alla terza persona» – che per Grignani non è stata solo un’operazione musicale, ma un intervento sull’identità emotiva della canzone: «Se abbiamo risolto velocemente, evidentemente non sono lontano dalla verità».
«La diffida? Fastidiosa, non difficile». E l’accusa implicita alla stampa
Il cantautore, che non nega di aver inoltrato una diffida, frena ma non arretra: «Non voglio raccontarla, non voglio continuare il discorso. È stata fastidiosa, non difficile. E il finale non è stato reclamizzato quanto il resto».
Sottinteso: la narrazione mediatica ha alimentato la frattura più della realtà.
In platea, il clima è quello di un anniversario celebrato con la maturità di chi rilegge gli anni Novanta non solo come estetica vintage, ma come prova di sopravvivenza.
Sanremo? «Non gli regalo più un mio brano»
Sul Festival, il giudizio è tagliente quanto definitivo: «Non ho mandato un pezzo. Quando sono andato con Quando mi manca il fiato non ho avuto nemmeno il premio della critica. Non gli regalo più un mio brano».
È il Grignani tattico, non più il ragazzo geniale e impulsivo: «Oggi uso l’astuzia e non l’istinto».
Eppure, nell’istinto, resta l’aroma di quell’inquietudine creativa che lo ha reso riconoscibile, ingestibile e incontestabile: «Vasco mi ha detto per tutta la vita che sono ingestibile».
Il ritorno: il concept, il rock e la memoria
Il 5 dicembre arriva la riedizione speciale di Destinazione Paradiso: copertina ripulita dalla sovraesposizione commerciale di allora e fotografie che restituiscono un ventenne insofferente alla posa: «In un poster faccio il dito medio, ero stanco di fare foto».
Nel disco anche il primo embrione di Falco a metà, Libera le ali. Grignani sorride quando racconta di quel Festivalbar in playback: «Giravo intorno alla telecamera perché mi sentivo intrappolato».
Il nuovo corso: Verde Smeraldo e due date live
Il nuovo album, Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll, «popolare ma non commerciale», uscirà entro aprile come primo tassello di una trilogia.
Poi il ritorno sul palco con Trident: 25 maggio all’Alcatraz, 27 maggio all’Atlantico.
Lui, che un tempo «non stava con i piedi per terra quando scriveva», oggi rifiuta la figura del maledetto: «Se avessi creduto a quello che scrivevano, sarei finito».

