L’ex presidente della Samp si racconta senza freni da Fagnani: ‘Il mio sogno? Comprare la Roma’
Massimo Ferrero irrompe a Belve e lo fa come solo lui sa fare: da fiume in piena, tra romanità spudorata, battute fulminanti e confessioni disarmanti. “Aho’, Fagnani, ma chi ce tornava a fasse sbranà ancora da te!”, esordisce il Viperetta, accolto da un pubblico che, per una volta, fatica a trattenere le risate. L’ex produttore ha scherzato sui suoi soprannomi ricordando che caciottaro era riferito alla moglie, proprietaria di caseifici. “Grazie ai suoi soldi ho fatto i film”.
Seduto sullo sgabello dello show di Francesca Fagnani, in onda martedì 27 maggio su Rai 2, Ferrero trasforma l’intervista in un one man show. “So’ un maschio Scarface, bello e uncino”, dice con orgoglio. E tra un’affermazione sopra le righe e una gag irresistibile, lascia emergere anche pezzi della sua storia, personale e giudiziaria.
‘I tifosi della Samp? Mi rimpiangono’
L’ex presidente della Sampdoria confessa: “Il mio sogno era la Roma, lo dico da romanista. Con la Samp non mi hanno mai accettato, so’ andato via e gli ho detto ‘me rimpiangerete’. E mo’ me rimpiangono pe’ davvero”. E quando Fagnani gli ricorda che è stato uno dei presidenti più odiati dalla tifoseria, lui taglia corto: “I tifosi non sono i padroni delle squadre”.
E sull’inno blucerchiato? “Ma dai, è ‘na p… Voi mette quello della Roma? Devi parte alla riscossa in campo, non addormitte!”.
L’arresto, la famiglia e “i ladroni attorno a me”
Ferrero torna anche sulla vicenda giudiziaria che lo ha travolto nel 2021: “Mi è crollato il mondo. Ai miei figli ho detto che era tutto un film. Attorno a me solo ladroni, volevano fermarmi”. Coinvolta anche sua figlia Vanessa. Si è sentito responsabile? “No, perché non sono responsabile delle cazzate degli altri”.
Fagnani insiste: “Qualche errore lo avrà fatto, no?”. Lui replica: “Sbaja chi lavora”. E poi l’immancabile battuta: “Se ero Dio, nun stavo qua”.
‘So’ un riccio, se me tocchi ti pungo’
Con l’autoironia che lo contraddistingue, Ferrero si definisce “un riccio”: pungente, indomabile e ingombrante. “So’ invidiatissimo, la mattina me svejo e canto. La gente odia chi è felice”. E quando Fagnani gli ricorda una frase dell’ex allenatore Marco Giampaolo – che lo definì “un rancoroso dio del Vecchio Testamento” – Ferrero sorride: “Magari! Ma quello mica c’ha tutta st’intelligenza!”.
Siparietti e sarcasmo: Ferrero resta Ferrero
Dalle gaffe (“caccia via quer filippino”, riferito all’allora presidente dell’Inter Thohir, che era indonesiano) ai botta e risposta velenosi, Massimo Ferrero rimane fedele a sé stesso: caotico, provocatorio, autentico.
Belve conferma la sua forza: tra confessioni e sarcasmo, anche i personaggi più controversi riescono a mostrare la loro verità. E Ferrero, nel bene e nel male, resta uno spettacolo.