Pippo Baudo e il silenzio sulle cause della morte
Pippo Baudo è morto il 16 agosto all’età di 89 anni, durante un lungo ricovero al Campus Biomedico di Roma come riferito dal suo storico legale e amico fraterno, Giorgio Assumma. Le cause della morte del conduttore televisivo restano avvolte nel mistero.
La famiglia ha scelto il riserbo, evitando di diffondere dettagli ufficiali. Fonti vicine all’entourage parlano di una malattia debilitante che avrebbe segnato in maniera definitiva la sua salute negli ultimi anni. Un silenzio che rispetta la privacy del presentatore, ma che lascia il pubblico con domande senza risposta.
L’incidente in casa e l’ultimo ricovero
A dicembre 2024, Baudo era stato vittima di un incidente domestico: una caduta nella sua abitazione romana vicino a piazza di Spagna. La brutta botta gli causò un trauma alla spalla e un problema al ginocchio, costringendolo a un ricovero in una clinica privata. Dimesso a gennaio 2025, era tornato a casa per un periodo di riposo.
Secondo quanto riportato da LaPresse, quell’episodio non era isolato. Da tempo il conduttore appariva in sedia a rotelle e faticava a muoversi autonomamente. L’incidente rappresentò quindi una tappa ulteriore in un percorso di salute già compromesso.
L’ultima apparizione pubblica
A settembre 2024, Pippo Baudo aveva preso parte alla festa per i 90 anni di Pier Francesco Pingitore, storico regista e fondatore del Bagaglino. Lì si era presentato sereno e sorridente, seduto in carrozzina ma desideroso di brindare con vecchi amici. La mente del Bagaglino ha precisato in queste ore che riusciva a stare in piedi ma per non affaticarsi eccessivamente si muoveva con una sedia a rotelle in determinate circostanze.
Quell’immagine rimane oggi l’ultima apparizione pubblica di un uomo che, pur tra difficoltà fisiche, non aveva perso il gusto della convivialità. Ma era stata anche la prova tangibile delle sue condizioni di salute, ormai fragili.
Renzo Arbore: ‘Da tempo non stava bene’
Un altro tassello del racconto arriva da Renzo Arbore, amico fraterno di Baudo. Al Messaggero ha spiegato: «Ci sentivamo spesso, l’ultima volta una ventina di giorni fa. È stato sbrigativo, ho capito che non stava bene». Arbore ha raccontato che il conduttore “non camminava più e aveva problemi di vista”, segni di una condizione fisica che lo aveva progressivamente isolato.
Il ricordo di Arbore restituisce l’immagine di un uomo consapevole delle proprie difficoltà, ma ancora capace di custodire l’amicizia con discrezione e ironia.
I ricordi di Lorella Cuccarini e le voci mai smentite
Tra i messaggi di cordoglio più intensi c’è quello di Lorella Cuccarini, che Baudo lanciò giovanissima a “Fantastico”: «A giugno, per il tuo compleanno, non ero riuscita a contattarti. Questo mi aveva impensierito», ha scritto la showgirl, lasciando intendere che già nei mesi scorsi la salute del conduttore fosse peggiorata.
Per anni, del resto, la sua presunta morte era stata annunciata e smentita più volte. Nel 2020, Baudo aveva ironizzato: «Ogni volta che mi danno per morto, mi allungano la vita». Nel maggio 2024 un’altra fake news fece il giro del web, ma questa volta, purtroppo, la notizia non è stata smentita.
Funerali e camera ardente
Lorella Cuccarini, accompagnata dal partner, ed Enrico Brignano sono stati tra i primi a rendere omaggio al conduttore televisivo al Campus Biomedico. Il saluto a Pippo Baudo si svolgerà in due momenti. La camera ardente sarà aperta al pubblico al Teatro delle Vittorie a Roma, dalle 10 di lunedì 18 agosto alle 12 di martedì 19:00. I funerali sono fissati per mercoledì 20 agosto, alle ore 15, a Militello in Val di Catania, il suo paese d’origine.
Sarà il momento in cui l’Italia intera, dopo giorni di commozione e ricordi, potrà stringersi idealmente attorno a chi ha incarnato la storia della televisione italiana.
Il vuoto lasciato dal “SuperPippo”
Se il mistero sulle cause della morte resta, è certo il vuoto che lascia Pippo Baudo. Un conduttore capace di segnare mezzo secolo di spettacolo, lanciando talenti e innovando il linguaggio televisivo.
Dall’Ariston alle domeniche in famiglia, dai varietà al racconto dell’Italia che cambiava, il suo nome resta indissolubilmente legato alla Rai e alla memoria collettiva. E anche se non conosceremo mai con precisione gli ultimi dettagli della sua malattia, ciò che rimane è l’eredità di una carriera irripetibile.