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Jeremy Wisten fu trovato morto a 18 anni dopo l’esclusione dal Manchester City: il padre non crede al suicidio

Sognava di esordire in Premier League con la maglia del Manchester City. Jeremy Wisten si è sentito cadere il mondo addosso quando nel dicembre del 2018 gli è stato comunicato che non rientrava più nei piani del club. Era entrato a far parte dell’accademia dei Citizens quando aveva 13 anni ed era arrivato all’ultimo step prima di entrare nell’orbita della prima squadra. Un grave infortunio ai legamenti gli ha tarpato le ali con il City che non gli ha concesso la borsa di studio. Il giovane calciatore è deceduto il 24 ottobre 2019, poche settimane dopo il suo 18esimo compleanno. La madre l’ha trovato morto nella camera da letto di sua sorella a Baguley, Manchester.

La borsa di studio per il Manchester City sfumata per l’infortunio ai legamenti

Per il medico legale il giovane si sarebbe suicidato mentre i genitori sono convinti che il figlio non avrebbe mai fatto un simile gesto nonostante il periodo difficile che stava attraversando. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta: “Non si sarebbe mai tolto la vita. Il calcio era la sua passione ed il suo giocatore preferito era Vincent Kompany. Era un atleta nato che è sempre stato molto sportivo e competitivo” – ha spiegato il papà.

I genitori di Jeremy Wisten non credono al suicidio

“Ha sempre voluto arrivare primo in tutto ciò che ha fatto ma dopo l’infortunio non era più lo stesso. E’ stata dura per lui, ma ha sempre mantenuto il suo amore per il calcio. In ogni caso non ho notato cambiamenti particolari e non c’era nulla che mi facesse pensare che potesse fare un simile gesto” – ha aggiunto il genitore di Jeremy Wisten.

Jason Wilcox, direttore dell’accademia del Manchester City, ha affermato che l’infortunio al ginocchio di Jeremy non avrebbe avuto “nessun impatto” sulla decisione del club di rescindere anche se ha frenato la sua crescita rispetto ad altri atleti. Inoltre dallo screening che avevano effettuato gli psicologi del club non era emersa alcuna preoccupazione per il suo stato di salute mentale.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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