Maryflora SalviMaryflora Salvi

Un intervento intimo e profondo a Salerno

Giovedì 25 settembre, nell’ambito del convegno “Evoluzione e trasformazione urbana della città di Salerno”, tenutosi al Gran Salone Genovesi della Camera di Commercio, la psicologa Maryflora Salvi ha offerto al pubblico una riflessione intensa e personale. Il suo intervento, dal titolo “L’anima che cambia: spaccato di vita, passato e futuro, ma nel mentre il presente”, ha rappresentato un momento di condivisione autentica, dove psicologia, identità e cultura cittadina si sono intrecciate in un unico racconto.


Perché la psicologa Maryflora Salvi ha parlato di calcio nel suo intervento?

In una parte molto apprezzata del suo discorso, Maryflora Salvi ha scelto di legare il suo lavoro clinico e la dimensione emotiva collettiva alla squadra del cuore della città: la Salernitana.

Queste le sue parole:

“La psicologia prende in prestito termini da tante discipline. Io oggi voglio prenderne uno dal calcio: il dribbling. Perché anche noi salernitani possiamo dribblare lo stress. E la Salernitana, con il suo cuore granata, ha davvero il potere di guarire tante persone. È un’estensione dell’anima di Salerno, unisce e rafforza il senso di appartenenza”.

Un passaggio che ha fatto vibrare la platea, creando un ponte tra scienza psicologica e passione sportiva.


Qual è il legame tra emozioni, calcio e cervello?

Maryflora Salvi ha spiegato come il tifo calcistico non sia solo una questione di spettacolo sportivo, ma un fenomeno che coinvolge meccanismi neurologici profondi.

  • Durante una partita si attiva il sistema dopaminergico, che rilascia dopamina: la sostanza della gratificazione e del piacere.
  • I neuroni specchio fanno sì che il tifoso viva le emozioni del giocatore in campo, sentendosi partecipe delle sue gioie e delle sue cadute.
  • L’abbraccio tra tifosi, spesso spontaneo sugli spalti, stimola l’ossitocina, l’ormone del legame e della fiducia.

Per Salvi, dunque, il calcio e in particolare la Salernitana non sono semplici intrattenimenti, ma strumenti potenti di coesione sociale ed emotiva.


Come prendersi cura di Salerno e dei suoi abitanti?

Chiudendo il suo intervento, la psicologa ha lasciato al pubblico una riflessione:

“Salerno è una città preziosa, fatta di storia e cultura. Come prendersene cura? Con lo stesso gesto con cui si protegge chi si ama: tenerla stretta al cuore. Perché il cuore non dimentica mai ciò che porta dentro”.

Un messaggio che ha suscitato commozione e applausi, anche per la capacità di riportare la psicologia a un linguaggio semplice, fatto di immagini vicine alla vita di tutti i giorni.


Maryflora Salvi: un approccio che unisce Oriente e Occidente

La professionalità della dottoressa Salvi non si limita al tradizionale colloquio clinico. La psicologa ha infatti arricchito la sua formazione con pratiche e concetti derivanti dalla psicologia orientale, creando un modello integrato che considera la persona nella sua interezza – corpo, mente ed emozioni.

Questa visione olistica le consente di proporre strumenti efficaci per affrontare lo stress della quotidianità, valorizzando autenticità, ascolto e connessione profonda.


Perché l’intervento è stato tanto apprezzato dai tifosi granata?

Il riferimento alla Salernitana non è passato inosservato. Diversi tifosi presenti in sala – e successivamente anche sui social – hanno espresso gratitudine per le parole della psicologa, che hanno messo in risalto il ruolo identitario e terapeutico della squadra del cuore.

In una città che vive il calcio come espressione della propria anima, questo riconoscimento ha avuto un valore simbolico enorme.


Cuore… granata

L’intervento di Maryflora Salvi al convegno di Salerno non è stato solo una conferenza, ma un vero e proprio viaggio emotivo. Con delicatezza ha unito psicologia, città e calcio, ricordando a tutti che dietro i numeri e i processi urbani c’è sempre un cuore che batte: quello dei cittadini.

E a Salerno, quel cuore batte forte… di granata.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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