Giada Crescenzi e Stefania CamboniGiada Crescenzi e Stefania Camboni

Giada Crescenzi fermata per l’omicidio della 58enne a Fregene

Fregene si risveglia nel terrore dopo l’omicidio di Stefania Camboni, 58 anni, uccisa nella sua abitazione con 15 coltellate. A essere fermata per il delitto è Giada Crescenzi, 31 anni, compagna del figlio della vittima. Il delitto, avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 maggio, è stato scoperto alle prime luci del giorno quando il figlio della vittima, rientrato dal lavoro, ha trovato la madre riversa sul pavimento del piano mansardato della casa, coperta da cuscini e con il corpo martoriato.

Una scena del crimine agghiacciante

L’intervento dei Carabinieri di Fregene e del Nucleo operativo di Ostia ha permesso di avviare immediatamente i rilievi. L’automobile della vittima, misteriosamente spostata e abbandonata a 150 metri dall’abitazione con un finestrino abbassato, e il portafoglio gettato nelle vicinanze, hanno subito fatto pensare a una messinscena maldestra. I sospetti si sono presto concentrati su Giada Crescenzi.

La prova digitale: ricerche sospette su Google

Un controllo sul cellulare della donna ha rivelato due ricerche inquietanti: “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona”. Elementi decisivi per la Procura di Civitavecchia, che ha disposto il fermo per omicidio aggravato da minorata difesa, abuso delle relazioni domestiche e di ospitalità.

Una cena apparentemente normale

La sera del delitto, Stefania Camboni, il figlio e Giada hanno cenato insieme. L’uomo è poi uscito per lavoro, lasciando la madre e la compagna a casa. Secondo il racconto del figlio, rientrato alle 7:10, la casa era a soqquadro e la porta d’ingresso spalancata. Dopo un breve scambio con la fidanzata, hanno scoperto insieme il corpo e deciso di recarsi dai Carabinieri senza toccare nulla.

Contraddizioni e movente oscuro

Le dichiarazioni della Crescenzi e del figlio presentano contraddizioni sostanziali, in particolare sulla presenza o meno del sangue visibile al momento del ritrovamento. L’indagata ha parlato genericamente di dissapori con la suocera, ma senza approfondire. Il movente resta al vaglio degli inquirenti, che non escludono tensioni personali e psicologiche mai esplose fino a quel momento.

I prossimi passi dell’inchiesta

Il fermo di Giada Crescenzi è stato convalidato. Nelle prossime ore è prevista l’autopsia sul corpo della vittima presso l’Istituto di medicina legale della Sapienza. L’indagine prosegue per delineare il movente e verificare eventuali responsabilità di terzi. Intanto, l’Italia è costretta ad aggiungere un altro nome alla lunga lista delle vittime di femminicidio, in un contesto dove l’intimità domestica si trasforma ancora una volta in un luogo di morte.

Il post su Facebook una settimana prima del delitto

“Ci riprovo… Io, il mio compagno e due gattine, cerchiamo un monolocale/bilocale/trilocale, insomma un posto dove andare a vivere perché stiamo in una situazione critica!! Vi prego! Dormiamo pure per terra non ci interessa nulla, basta una cucina ed un bagno. Vi prego aiutateci. Possibilmente non esageratamente lontano dall’aeroporto in quanto siamo dipendenti aeroportuali ed abbiamo orari abbastanza particolari” – aveva scritto Giada Crescenzi la settimana prima del delitto.

Il post di Giada Crescenzi una settimana prima dell'omicidio
Il post di Giada Crescenzi una settimana prima dell’omicidio

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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