Vita Carrapa aveva destinato un'eredità milionaria per realizzare una struttura sanitariaVita Carrapa aveva destinato un'eredità milionaria per realizzare una struttura sanitaria

Un’eredità generosa: il sogno di una struttura di cura

Vita Carrapa, pensionata 95enne originaria di Maglie, nel cuore del Salento, è morta nel 2019 lasciando un’eredità dal valore enorme: oltre 3 milioni di euro in beni, titoli e risparmi da destinare alla costruzione di una struttura sanitaria. Il suo testamento, firmato nel 2009 e reso pubblico in diretta Rai l’11 settembre 2019, parlava chiaro: quei fondi dovevano finanziare la creazione di un ospedale o di un centro di cura e assistenza nel Basso Salento.

Una volontà limpida, sostenuta da uno spirito civico straordinario. Eppure, sei anni dopo, nulla è stato realizzato.

Il vincolo dei cinque anni e il rischio della perdita

Il testamento prevedeva una condizione fondamentale: la struttura doveva essere completata entro cinque anni dall’apertura del documento. Se tale scadenza non fosse stata rispettata, i fondi sarebbero dovuti passare all’ISPE (Istituto per i servizi alla persona per l’Europa), l’ente che gestisce la casa di riposo di Maglie, con la facoltà di poterne costruire una nuova.

Quel termine è scaduto l’11 settembre 2024. E non solo l’ospedale non è stato realizzato, ma nemmeno il progetto alternativo che l’Asl ha avviato — una palestra riabilitativa — è stato completato. I lavori, fermi al palo, avrebbero dovuto concludersi entro il 9 maggio 2025, ma oggi si registrano mesi di ritardo e un cantiere spesso deserto.

Dalla cura alla palestra: il progetto che non convince

L’Asl di Lecce ha deciso di destinare i fondi al cosiddetto “Presidio riabilitativo distrettuale ad alta tecnologia robotica”, una palestra situata all’interno dell’ex ospedale di Maglie, oggi PTA (Presidio Territoriale di Assistenza). Ma per molti si tratta di un tradimento delle volontà della benefattrice.

A denunciare pubblicamente la situazione è Antonio Giannuzzi, fiduciario di Vita Carrapa e presidente del Comitato pro ospedale del Sud Salento. “I soldi non sono stati usati per lo scopo previsto: la costruzione di un ospedale o di una struttura sanitaria autonoma”, ha dichiarato al Corriere della Sera. “Ci troviamo di fronte a una doppia beffa”.

Polemiche e inadempienze: lo Stato rischia di perdere milioni

Le critiche non arrivano solo dai cittadini: anche il Comitato evidenzia il rischio di perdere, oltre all’eredità di Carrapa, anche i 140 milioni di euro già stanziati dallo Stato per il futuro ospedale del Sud Salento. La mancanza di una sede pronta, i ritardi burocratici e l’assenza di progettazione concreta stanno vanificando risorse e aspettative.

Il direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi, ha provato a difendersi, affermando che “l’eredità è stata utilizzata in linea con le disposizioni testamentarie”. Ma le carte raccontano altro: nessuna struttura è stata costruita entro i termini indicati nel testamento e l’uso del denaro appare oggi quantomeno discutibile.

Appello alla politica: ‘Non lasciate morire la volontà di Vita’

Il Comitato pro ospedale chiede ora un intervento deciso da parte delle istituzioni: dai consiglieri comunali ai parlamentari del territorio. “Vita Carrapa voleva fare un dono al suo paese. Quella generosità va rispettata, non tradita”, ha affermato Giannuzzi.

Nel frattempo, la palestra resta incompiuta, l’ospedale è solo sulla carta e il rischio che il lascito venga definitivamente revocato dall’ISPE diventa ogni giorno più concreto.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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