L’ex compagna di Fabio Savi a Belve Crime: ‘Mi vogliono zitta per non rovinare il decoro’
“Io non ero complice. Ero una vittima. E se oggi Fabio Savi è in carcere, è grazie a me”. Così Eva Mikula, ex compagna del killer della banda della Uno Bianca, si racconta a Belve Crime, il nuovo spin-off in prima serata di Francesca Fagnani su Rai 2 asserendo che attende le scuse dei familiari delle vittime. La banda fu arrestata “grazie a me” – ha detto. Pronta la replica dell’Associazione familiari Vittime della Uno Bianca: “Noi dovremmo scusarci con lei? Non scherziamo”.
Un’intervista che riapre ferite e polemiche.
“Nel 2015 ho chiesto di entrare nell’Associazione delle vittime, ma mi hanno respinta. Dicono che rovino il decoro”.
Fagnani incalza:
“Hai parlato solo dopo l’arresto”.
Ma Mikula replica secca:
“L’ho fatto per paura. Poi ho raccontato tutto. E senza me, non li prendevano”.
Una testimonianza che divide. Ma che, a distanza di 30 anni, riporta a galla la ferocia della Uno Bianca – 24 morti, oltre 100 feriti – e una verità mai completamente pacificata. Una battuta anche sulla mancata partecipazione a La Talpa? “Quel gioco avrebbe potuto permettermi di raccontare la mia verità”.
L’associazione familiari Vittime della Uno Bianca: ‘Noi scusarci? Non scherziamo’
“Noi dobbiamo scusarci? Ma non scherziamo!”. É la reazione di Alberto Capolungo, presidente dell’Associazione familiari Vittime della Uno Bianca, alle dichiarazioni fatte alla trasmissione ‘Belve Crime’ da Eva Mikula, per due anni fidanzata di Fabio Savi, uno dei tre fratelli componenti della banda.
Nell’intervista a Francesca Fagnani, Mikula ha detto di aspettarsi delle scuse dai parenti delle vittime, che a suo dire l’avrebbero insultata per 30 anni, oltre a non averla accettata nell’associazione. “Non siamo certo noi a doverci scusare né mai lo faremo, tra l’altro non l’abbiamo mai offesa e non le abbiamo augurato alcun male – ha spiegato Capolungo all’emittente bolognese E’tv.
Quanto alla istigazione al suicidio, cui avrebbe fatto riferimento Mikula nell’intervista: “Niente di tutto questo. Noi non colpevolizziamo e non le auguriamo la morte, il suicidio o altro, semplicemente non abbiamo a che fare con lei. Però lei Fabio Savi se l’è scelto, noi abbiamo subìto le azioni dei banditi” – ha detto Capolungo.