Il caso Lucietti torna sotto i riflettori: indagati tre cacciatori
Il mistero attorno alla tragica morte di Massimiliano Lucietti, il 24enne ucciso con un colpo di fucile il 31 ottobre 2022 durante una battuta di caccia nei boschi di Celledizzo (Val di Sole), non è destinato a chiudersi nel silenzio. Il GIP di Trento, Enrico Borrelli, ha respinto la richiesta di archiviazione e ha disposto nuove indagini. Sono ora tre i cacciatori indagati, accusati di omicidio volontario o, in subordine, di favoreggiamento.
Una decisione che riaccende le speranze della famiglia Lucietti, da sempre convinta che la verità su quanto accaduto sia stata taciuta o manipolata.
La dinamica: un colpo ravvicinato e un silenzio inspiegabile
Massimiliano Lucietti è stato colpito alla testa da un proiettile calibro 270 Winchester, sparato a distanza ravvicinata. Il giovane era uscito per una battuta di caccia, ma fu ritrovato senza vita nella zona di località Corè. Il primo a dare l’allarme fu l’ex guardia forestale Maurizio Gionta, 59 anni, trovato morto il giorno seguente con un biglietto in cui chiedeva di non essere incolpato.
Una perizia del RIS dei Carabinieri escluse il coinvolgimento diretto di Gionta: nessuna traccia di polvere da sparo fu rilevata sui suoi abiti e sul corpo. Tuttavia, l’inchiesta si arenò, nonostante fossero stati analizzati oltre 30 fucili appartenenti ai cacciatori presenti quel giorno.
Una svolta voluta dalla famiglia: “Qualcuno ha mentito”
A quasi due anni dalla tragedia, la famiglia Lucietti – attraverso l’avvocato Giuliano Valer – ha costantemente chiesto che il caso non fosse archiviato. Ed è proprio in virtù di presunte omissioni o false dichiarazioni da parte di alcuni testimoni che il GIP ha ritenuto necessario riaprire il fascicolo.
Le indagini, infatti, avrebbero messo in luce discrepanze nelle versioni fornite da tre cacciatori, che ora risultano formalmente iscritti nel registro degli indagati.
Omicidio o copertura? Le due piste principali
Secondo le ipotesi avanzate dal GIP, i tre indagati potrebbero aver direttamente causato la morte di Lucietti oppure aver coperto l’autore materiale dell’omicidio. In entrambi i casi, si configura un quadro inquietante: una comunità silenziosa, forse per omertà, forse per paura.
Il giudice ha così imposto alla Procura di riprendere l’inchiesta, con nuovi accertamenti balistici, interrogatori e analisi tecniche.