Fabio Fognini ha assistito al match di Cobolli contro Djokovic dopo aver annunciato il ritiroFabio Fognini ha assistito al match di Cobolli contro Djokovic dopo aver annunciato il ritiro

Con una conferenza stampa a sorpresa nei giardini verdi di Wimbledon, Fabio Fognini ha annunciato il suo addio definitivo al tennis professionistico. A 38 anni, dopo oltre due decenni di carriera tra alti, bassi e memorabili battaglie sul campo, il genio ribelle di Arma di Taggia ha scelto il palcoscenico più nobile per il suo ultimo saluto: il Centrale dell’All England Lawn Tennis Club.

Una decisione che era nell’aria, ma che ha comunque colto molti di sorpresa, non tanto per il contenuto quanto per il tempismo. Una settimana prima, Fognini aveva dato vita a un epico match contro Carlos Alcaraz, un addio perfetto in termini simbolici e sportivi.

L’abbraccio del pubblico e il tributo di Flavia Pennetta

Nel giorno del suo ritiro, non poteva mancare il tributo più sentito: quello della moglie Flavia Pennetta, ex regina del tennis italiano. Con un post su Instagram, Flavia ha voluto ricordare ogni passo di questo lungo viaggio:

“Sono passati 20 anni da quando hai iniziato questo viaggio. Io ho avuto il privilegio di vederti lottare, crescere, cadere e rialzarti mille volte. Oggi non finisce la tua storia con il tennis. Cambia solo forma. Io sarò sempre al tuo fianco. Con amore, sempre”.

Un messaggio semplice ma potentissimo, che ha commosso non solo il diretto interessato ma anche i tantissimi tifosi che hanno seguito la carriera di Fognini dagli esordi fino al trionfo di Montecarlo e agli ultimi set giocati con passione, nonostante gli infortuni.

Perché Fognini ha scelto proprio Wimbledon per dire addio?

A chi gli chiedeva perché proprio ora, perché Wimbledon, Fognini ha risposto con disarmante onestà:

“Ho sofferto troppo negli ultimi anni a causa degli infortuni. Alla mia età diventa sempre più difficile. Ho dato tutto e farlo qui è l’uscita perfetta”.

Nessun altro torneo avrebbe avuto lo stesso valore simbolico. “Volevo chiudere a Montecarlo l’anno prossimo, ma la vita decide per te”, ha aggiunto. E in effetti, il campo Centrale, l’abbraccio del pubblico, il match con Alcaraz e la famiglia in tribuna hanno creato una cornice irripetibile.

Cosa farà ora Fabio Fognini dopo il ritiro?

Una delle domande che molti si pongono è: “Cosa farà Fognini adesso che ha lasciato il tennis?”. Il diretto interessato non si sbilancia:

“Per ora voglio solo godermi l’estate con la mia famiglia. Poi si vedrà. Non so fare altro che questo, ma ho tanta voglia di vivere la mia nuova vita”.

Nel corso della conferenza stampa, Fognini ha lasciato intendere che potrebbe restare vicino al mondo del tennis, magari in veste di commentatore, coach o figura di riferimento per i giovani. Ma al momento, la priorità è un’altra: recuperare il tempo con la famiglia, lontano da voli, tornei e routine estenuanti.

Un’eredità importante per il tennis italiano

Fabio Fognini ha rappresentato per anni la punta di diamante del tennis italiano maschile. Quando l’azzurro era ancora una speranza più che una realtà, lui già portava l’Italia nei quarti di uno Slam e vinceva Masters 1000. È stato il primo a far intravedere che anche un italiano poteva stare nella top ten mondiale.

Il suo carattere, spesso spigoloso, lo ha reso amato e criticato in egual misura, ma nessuno può negare la sua unicità. “Sono stato quel ragazzo ribelle e sensibile che ce l’ha sempre messa tutta. Voglio essere ricordato così”, ha detto.

Le parole di un campione che chiude il cerchio

Nell’ultima parte del suo intervento, Fognini ha voluto rivolgere un messaggio ai giovani che aspirano a diventare professionisti:

“Ci vogliono tanta dedizione, sacrificio e soprattutto pazienza. Nulla è regalato. E bisogna avere anche il coraggio di dire basta, quando è il momento giusto”.

Con queste parole si chiude un cerchio iniziato a Sanremo, proseguito in tutto il mondo e concluso sul prato sacro di Wimbledon. Non con una vittoria, ma con qualcosa di più grande: un addio degno, pieno di dignità e gratitudine.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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