La cattura a Zurigo: finita la latitanza
È terminata in Svizzera la latitanza di Flavius Savu, 43 anni, il cittadino romeno condannato in via definitiva a cinque anni di carcere per estorsione e truffa nei confronti dell’ex rettore e dell’ex vicerettore della Madonna della Bozzola. L’uomo è stato arrestato a Zurigo dai carabinieri di Milano, dopo mesi in cui si erano perse le sue tracce. A darne notizia è stata la trasmissione televisiva Chi l’ha visto?, che ha seguito i suoi spostamenti anche durante il periodo di irreperibilità.
Secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Roberto Grittini, Savu dovrà ancora espiare circa quattro anni, avendo già scontato un periodo di custodia cautelare poco inferiore a dodici mesi.
Il legame con il caso Poggi
Il nome di Savu è tornato di recente alla ribalta mediatica non soltanto per la condanna esecutiva, ma anche per alcune dichiarazioni rilasciate in tv durante la latitanza, nelle quali aveva ipotizzato un collegamento tra presunti festini avvenuti nel santuario della Madonna della Bozzola e l’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
Gli inquirenti hanno definito questa pista “solo suggestiva”, priva di riscontri concreti. Per quel delitto è stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato Alberto Stasi, ma la vicenda giudiziaria non si è mai chiusa del tutto: recentemente è stato iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Proprio per queste sue dichiarazioni, Savu potrebbe ora essere convocato dalla Procura di Pavia al fine di chiarire le circostanze delle sue affermazioni.
Le condanne per estorsione e truffa
La condanna definitiva a carico di Savu riguarda un episodio avvenuto anni fa, quando, insieme a un complice anch’egli romeno, ricattò due sacerdoti del santuario di Garlasco, don Gregorio Vitali e don Pietro Rossoni.
Approfittando della loro fragilità, i due estorsori li costrinsero a consegnare ingenti somme di denaro sotto la minaccia di diffondere registrazioni audio e video a contenuto sessuale, anche attraverso canali televisivi. Parallelamente, Savu fu condannato anche per una truffa ai danni di un’anziana.
Le nuove acquisizioni della Procura
Nei mesi scorsi, la Procura di Pavia ha acquisito gli atti dell’inchiesta sull’estorsione ai sacerdoti. L’operazione si è resa necessaria dopo alcune interviste concesse dall’avvocato Massimo Lovati, legale di Sempio, che aveva parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi riguardo presunti fatti a luci rosse avvenuti al santuario.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte quelle televisive di Savu e un memoriale consegnato ai difensori da un nipote dello stesso Savu, attualmente detenuto per omicidio. Tutti elementi che hanno spinto i pm a non trascurare alcuna pista, pur ribadendo l’assenza di riscontri concreti.
L’incidente probatorio sui reperti della villetta
Parallelamente all’arresto di Savu, prosegue a Milano l’incidente probatorio legato alle nuove analisi sui reperti sequestrati nella villetta dei Poggi.
Gli esperti stanno effettuando ricerche di impronte latenti su alcuni oggetti rinvenuti nella pattumiera contenente i resti della colazione consumata da Chiara la mattina del delitto:
- un bricchetto di Estathè con la sua etichetta arancione,
- una confezione di biscotti,
- un sacchettino con cereali,
- il sacchetto stesso dei rifiuti.
Su una cannuccia utilizzata per bere l’Estathè è già stato rilevato il DNA di Stasi, unico esito nuovo emerso dalle indagini genetiche più recenti.
Un caso ancora aperto nella memoria collettiva
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi continua a scuotere l’opinione pubblica a quasi vent’anni di distanza. Ogni nuova acquisizione, ogni dichiarazione, ogni svolta investigativa finisce inevitabilmente sotto i riflettori.
L’arresto di Flavius Savu, oltre a rappresentare la chiusura di una lunga latitanza, riporta alla luce i fili intrecciati tra estorsioni, scandali e suggestioni che orbitano intorno al santuario della Bozzola. Ma soprattutto, riapre vecchie ferite in una comunità che attende ancora chiarezza definitiva su uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi decenni.