Matteo FranzosoMatteo Franzoso

La caduta a La Parva e i soccorsi immediati

La comunità dello sport italiano è sotto shock: Matteo Franzoso, promessa dello sci azzurro, è morto a soli 25 anni dopo un gravissimo incidente avvenuto in allenamento in Cile. La tragedia si è consumata sabato 6 settembre 2025 sulla pista di La Parva, a circa 50 chilometri da Santiago del Cile.

Il giovane atleta delle Fiamme Gialle, originario del Sestriere, stava affrontando un piccolo salto del tracciato quando ha perso il controllo degli sci. Proiettato in avanti, ha superato due file di reti di protezione prima di schiantarsi violentemente contro una staccionata situata oltre sei metri fuori pista.

I soccorsi sono stati immediati: un elicottero lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale della capitale cilena, dove è stato ricoverato in terapia intensiva e posto in coma farmacologico. Nonostante gli sforzi dei medici, il suo fisico non ha retto al trauma cranico e al conseguente edema cerebrale.


Una carriera in ascesa interrotta troppo presto

Franzoso era arrivato in Cile il 6 settembre insieme a compagni del calibro di Mattia Casse, Florian Schieder, Guglielmo Bosca, Christof Innerhofer, Benjamin Alliod, Nicolò Molteni, Marco Abbruzzese e Giovanni Franzoni. Al gruppo si era unito anche Dominik Paris, simbolo dello sci azzurro.

Nonostante la giovane età, Franzoso aveva già collezionato risultati di rilievo. A livello giovanile si era messo in evidenza ai Mondiali junior di Narvik 2020, dove aveva chiuso al quarto posto in discesa. In Coppa Europa aveva debuttato nel 2017, conquistando la sua prima e unica vittoria nel superG di Zinal, in Svizzera, il 29 novembre 2021.

Nella stessa stagione era arrivato l’esordio in Coppa del Mondo, il 17 dicembre 2021 in Val Gardena. In totale contava 17 presenze nel circuito maggiore (11 superG e 6 discese), con il miglior piazzamento nel superG di Cortina d’Ampezzo del 28 gennaio 2023, chiuso al 28° posto. Sempre nel 2023 aveva conquistato il titolo italiano nella combinata. La sua ultima apparizione internazionale risaliva alle gare di Kvitfjell, in Norvegia, dello scorso marzo.


Il cordoglio della FISI e del mondo dello sport

La notizia della morte di Franzoso è stata confermata dai sanitari cileni e subito comunicata alla commissione medica della FISI e al presidente federale Flavio Roda.

«È una tragedia per la famiglia e per il nostro sport – ha dichiarato Roda – un dramma che ci riporta alla mente quanto accaduto meno di un anno fa con la scomparsa di Matilde Lorenzi. In questo momento voglio dire a tutti gli atleti e ai tecnici che la Federazione è al loro fianco. Alla famiglia di Matteo garantiamo tutto il supporto necessario».

Il presidente federale, il consiglio e l’intero staff tecnico hanno proclamato il lutto dell’intera federazione.


Il ricordo di Sestriere e il richiamo alla sicurezza

Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo di ERG Spa e presidente dello Sci Club Sestriere, dove Franzoso era cresciuto sportivamente, ha espresso dolore e preoccupazione. Nel suo intervento ha ricordato anche le recenti tragedie di Matilde Lorenzi (20 anni, morta in allenamento in Val di Fassa nell’ottobre 2024) e di Marco Degli Uomini (18 anni, deceduto nello scorso marzo sullo Zoncolan).

«Parliamo di giovani che hanno sacrificato anni per uno sport sano, aggregante e formativo, che deve continuare a esserlo – ha sottolineato Garrone –. Ma quando la tecnica, i materiali e le prestazioni tendono all’estremo, anche regole, dispositivi di sicurezza e protezioni delle piste devono evolvere con la stessa rapidità».

Il dirigente ha poi lanciato un appello: «Le istituzioni sportive nazionali e internazionali, le federazioni, i produttori di materiali e tutti gli attori coinvolti devono assumersi la responsabilità di salvaguardare la salute degli atleti. Solo così lo sci potrà restare emozionante e spettacolare, senza trasformarsi in una disciplina dal rischio eccessivo».


Una vita dedicata alla neve

Matteo Franzoso avrebbe compiuto 26 anni il giorno successivo alla sua morte. Per lui lo sci non era solo sport, ma una passione totale, iniziata fin da bambino sulle piste del Sestriere. I compagni di squadra lo ricordano come un atleta disciplinato, sorridente e generoso, sempre pronto ad aiutare chi aveva meno esperienza.

La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nello sport italiano, ma anche in una comunità, quella della neve, già duramente provata da altre tragedie.

La speranza condivisa da tecnici, dirigenti e appassionati è che il sacrificio di Franzoso non sia vano, ma contribuisca a stimolare una riflessione profonda e scelte concrete per rendere più sicuro il futuro di questo sport.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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