Furlani vince l’oro nel salto in lungo e batte il primato di Carl Lewis
Tokyo continua a essere terra di magie per lo sport italiano. Dopo le imprese olimpiche di Marcell Jacobs nei 100 metri e di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, l’atletica azzurra festeggia un nuovo trionfo storico: Mattia Furlani è campione del mondo nel salto in lungo.
A soli 20 anni, l’azzurro delle Fiamme Oro è diventato il più giovane iridato della specialità, battendo un record che resisteva dal 1983, quando Carl Lewis vinse a Helsinki a 22 anni e 40 giorni. Con un salto da 8,39 metri, Furlani ha superato il giamaicano Tajay Gayle (argento con 8,34) e il cinese Wang Jianan Shi (bronzo con 8,33).
Un risultato che lo proietta nella leggenda e che conferma la nuova era d’oro dell’atletica italiana.
“Mattia vieni qua, fatti abbracciare”
Ma l’immagine che resterà impressa più della misura e della medaglia è quella che ha seguito il suo ultimo salto. Avvolto nel tricolore, Mattia si è precipitato a festeggiare con il suo staff e soprattutto con la madre, Kathy Seck, che è anche la sua allenatrice.
«Sistemati il numero. Mattia vieni qua, fatti abbracciare», le parole cariche di amore e orgoglio che la donna gli ha rivolto. Un abbraccio lungo, commosso, che ha mostrato al mondo intero quanto dietro un campione ci sia sempre una famiglia pronta a sostenerlo, a credere in lui e a guidarlo con equilibrio.
La gara da sogno dopo un avvio difficile
L’impresa non è stata affatto scontata. Furlani ha iniziato con un salto nullo che sembrava complicare la qualificazione alla finale a otto. Ma la sua freddezza e la capacità di reagire lo hanno portato a crescere tentativo dopo tentativo, fino al quinto salto, quando ha migliorato di un centimetro il suo primato personale.
«Abbiamo gestito la gara in maniera perfetta e ci abbiamo creduto fino all’ultimo salto», ha raccontato in lacrime. «Abbiamo aggiustato sempre qualcosa, rimanendo nella nostra bolla. È successo qualcosa di magico».
Le parole del campione
Con la medaglia al collo e la voce rotta dall’emozione, Furlani ha ringraziato chi lo ha accompagnato in questo percorso: «Devo ringraziare mamma in primis, ha fatto un lavoro incredibile in pedana. Ringrazio il mio papà, mio fratello, il mio team, la mia fidanzata Giulia, Erika che è a casa e aspetta un bambino. Un pezzo di questa medaglia è anche loro».
E poi un pensiero a se stesso: «Ringrazio me stesso per tutto. So che abbiamo ancora tanto da migliorare, ma è questo che mi piace fare. Oggi non è stato il salto perfetto, ma continuerò a lavorare per stabilità e continuità».
Le reazioni: “Il limite è il cielo”
Il presidente della Fidal, Stefano Mei, ha celebrato così l’impresa all’Adnkronos: «Ha tirato fuori gli attributi come i grandissimi campioni. Non dimentichiamoci che questo ragazzo ha vinto i Mondiali indoor a Nanchino pochi mesi fa ed è da due anni sempre sul podio. Ha solo vent’anni, il suo limite è il cielo».
Parole che sottolineano quanto l’Italia abbia trovato in Furlani non solo un talento cristallino, ma anche un simbolo di costanza e carattere.
Un anno complicato ma vincente
Lo stesso Mattia ha raccontato le difficoltà della stagione: «È stato un anno bellissimo ma anche complicato. Era importante gestire i tempi e trovare il picco di forma. Abbiamo pianificato per bene ed è accaduto quello che avete visto».
L’atleta delle Fiamme Oro, già bronzo alle Olimpiadi di Pechino e campione mondiale indoor, ha saputo confermarsi anche all’aperto con la determinazione dei fuoriclasse.
Un futuro da scrivere
A soli vent’anni, con già due titoli mondiali (indoor e outdoor) e una medaglia olimpica al collo, Mattia Furlani rappresenta il futuro dell’atletica azzurra. Il suo salto da 8,39 non è solo un record personale, ma la prova che il margine di crescita è ancora enorme.
«Non so se è reale, ma ho la medaglia al collo e pesa. È tutto vero», ha detto sorridendo. Ora qualche giorno di vacanza, ma con la testa già alle prossime sfide: «Spero sia solo l’inizio di numerose medaglie e record».