Ryan RouthRyan Routh

Il gesto disperato in aula: ‘Sta cercando di uccidersi’

Ryan Routh, 59 anni, ha tentato di ferirsi alla gola con una penna subito dopo la lettura del verdetto che lo dichiarava colpevole del tentato omicidio di Donald Trump. L’episodio è avvenuto nel tribunale federale di Fort Pierce, in Florida, davanti a giurati, giornalisti e familiari.

Un ritrattista presente in aula ha raccontato che Routh non aveva mostrato alcuna emozione mentre la giuria leggeva la sentenza. Poi il gesto improvviso. La figlia, presente tra il pubblico, ha urlato: «Oh mio Dio, sta cercando di uccidersi! Qualcuno lo fermi!». Gli agenti giudiziari sono intervenuti immediatamente, impedendo conseguenze irreparabili.


La condanna: ergastolo possibile

Routh è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse: tentato omicidio di un candidato presidenziale, possesso di armi da fuoco e pianificazione di un attentato. Ora rischia l’ergastolo: la sentenza definitiva sarà pronunciata il 18 dicembre.

Il processo, iniziato l’8 settembre, è stato segnato dal comportamento insolito dell’imputato, che ha scelto di difendersi da solo. Nei suoi interventi ha alternato riferimenti a Hitler, Putin e all’evoluzione umana a richieste surreali come l’accesso a un putting green per “sfidare Trump a golf”. Il giudice ha più volte interrotto i suoi discorsi per impedire l’introduzione di nuove prove non autorizzate.


Il piano contro Trump

Secondo l’accusa, Routh aveva pianificato per mesi l’attentato. Il 15 settembre 2024 si era nascosto dietro i cespugli al Trump International Golf Club di West Palm Beach, a pochi minuti da Mar-a-Lago.

Un agente dei servizi segreti aveva notato la canna del fucile spuntare tra la vegetazione e aveva aperto il fuoco, costringendo Routh alla fuga. Poco dopo veniva arrestato nelle vicinanze. Sul luogo sono stati ritrovati un fucile semiautomatico con mirino e caricatore esteso, un elenco con i futuri impegni pubblici di Trump e un biglietto indirizzato a un amico: «Si tratta di un tentativo di assassinio di Donald Trump».

Secondo il pubblico ministero John Shipley, «Routh ha pianificato ossessivamente il suo attacco per mesi. Aveva un colpo in canna e la sicura disinserita. Solo la prontezza dei servizi segreti ha evitato la tragedia».


Le reazioni di Trump e della politica

Donald Trump ha commentato su Truth Social subito dopo il verdetto: «Era un uomo malvagio con intenzioni malvagie, e lo hanno catturato. Un momento importante per la giustizia in America».

Il procuratore generale della Florida, Pamela Bondi, ha aggiunto: «Non è stato solo un attacco al nostro presidente, ma un affronto alla nostra stessa nazione».

Anche il direttore dell’FBI, Kash Patel, ha ribadito la necessità di contrastare l’ondata di violenza politica negli Stati Uniti: «Abbiamo ancora molto lavoro da fare per togliere dalle strade chi minaccia la vita democratica del Paese».


La scia della violenza politica

L’attentato fallito contro Trump non è stato un episodio isolato. Solo due mesi prima, a luglio 2024, un uomo armato aveva aperto il fuoco durante un comizio a Butler, in Pennsylvania: una persona uccisa, diversi feriti, tra cui lo stesso Trump colpito di striscio. L’attentatore era stato ucciso sul posto.

Più di recente, l’uccisione del leader conservatore Charlie Kirk in un campus universitario nello Utah ha alimentato il timore di una nuova stagione di violenza politica.

La vicenda di Routh, con la sua condanna e il gesto disperato in aula, riaccende il dibattito sulla sicurezza dei candidati presidenziali e sulla fragilità del clima politico statunitense a poco più di un anno dalle elezioni.

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

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