Il piccolo Michael Kerry IvesIl piccolo Michael Kerry Ives

I nonni di Ethan Ives-Griffiths condannati all’ergastolo

La Mold Crown Court ha pronunciato oggi la sentenza nei confronti di Michael Ives (47 anni) e Kerry Ives (46 anni), dichiarati colpevoli dell’omicidio e della crudeltà nei confronti del nipote Ethan Ives-Griffiths, di appena 2 anni. Michael e Kerry Ives sono stati condannati a pene minime di 23 e 17 anni di carcere, rispettivamente.

Anche la madre di Ethan, Shannon Ives, 28 anni, è stata giudicata colpevole di aver causato o permesso la morte del figlio e di crudeltà verso minori, ricevendo una condanna a 12 anni di reclusione.

Gli imputati erano accusati di un triste e prolungato abuso fisico e negligenza, culminato con la morte del bambino avvenuta il 14 agosto 2021 a Flintshire, nella casa dei nonni.


Come è avvenuta la tragedia a Flintshire?

Secondo la ricostruzione del tribunale, Ethan era gravemente disidratato e sottopeso, con circa 40 lividi visibili sul corpo, quando è crollato a terra a causa di un trauma cranico catastrofico.

Le indagini hanno rivelato punizioni fisiche estremamente crudeli: il bambino era stato costretto a stare in piedi con le mani sulla testa quando si comportava male. Telecamere di sorveglianza mostrate in aula hanno documentato Michael Ives mentre trasportava Ethan come se fosse un “sacco di spazzatura”, puntandogli contro un tubo da giardino e ordinando a un altro bambino di colpirlo.

Gli esperti hanno confermato che, se Ethan non avesse subito il trauma cranico, sarebbe comunque morto di disidratazione entro pochi giorni. Al momento della morte, il bimbo pesava solo 10 kg.

I nonni di Ethan e la madre
I nonni di Ethan e la madre

Cosa hanno dichiarato gli imputati?

Michael Ives ha ammesso di essere stato crudele e negligente, ma ha negato altri maltrattamenti. Ha spiegato che sua figlia era “irascibile” e che schiaffeggiava Ethan un paio di volte al giorno, affermando però che lui e Kerry non avevano fatto nulla di più grave.

Kerry Ives ha dichiarato di aver chiamato la madre di Ethan dopo il crollo del bambino, ma è emerso che sono passati 18 minuti prima che venissero contattati i servizi di emergenza.

Shannon Ives, madre del bambino, ha affermato che i genitori erano stati “orribili” con lei da bambina, ma il tribunale ha sottolineato la sua responsabilità nel permettere la morte di Ethan.


Quali erano le condizioni del bambino prima del crollo?

Gli esperti legali hanno ricostruito che Ethan aveva subito lividi e segni di presa su gambe, viso e addome nei giorni precedenti alla morte. Era stato inserito nel registro di tutela dei minori, con l’obbligo di visite ogni dieci giorni, ma i controlli non sono stati adeguatamente eseguiti: un appuntamento programmato con un infermiere sanitario il 13 agosto 2021 fu annullato, e le visite dell’assistente sociale nei giorni precedenti non portarono a interventi concreti.

Al momento del collasso, Ethan era sorvegliato dai nonni mentre la madre era al telefono, e la tragedia si è consumata senza che alcun adulto intervenisse tempestivamente.


La reazione della famiglia e del tribunale

Dopo la sentenza, il padre di Ethan, Will Griffiths, ha dichiarato: “Sarà ricordato come un bambino sorridente, estroverso e affettuoso. Ora può riposare in pace, sapendo che giustizia è stata fatta”.

Il giudice Griffiths, durante la lettura della sentenza, ha definito i crimini dei tre adulti come “terribili contro la vostra stessa carne e sangue”, lodando al contempo il coraggio e la resilienza di Ethan. Nonostante la giovane età, il bimbo aveva già mostrato un carattere forte e qualità che, da adulto, avrebbero fatto la differenza nella vita. La corte ha concluso che le violenze subite erano finalizzate a spezzarne lo spirito, privandolo delle speranze e delle promesse della vita.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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