Una settimana dopo l’omicidio della sorella: emergono nuovi dettagli agghiaccianti
In collegamento esterno a La vita in diretta, Maria Rosaria Tommasino, madre di Vincenzo Riccardi, il 25enne accusato dell’omicidio della sorella 23enne Noemi, ha raccontato la sua verità con parole dure e senza filtri. “Mio figlio non è matto, è solo cattivo. Molto cattivo”, ha detto, chiarendo ciò che secondo lei è la premeditazione dietro il delitto che ha sconvolto San Paolo Bel Sito e Nola. “Lo aveva programmato già da quando si era iscritto per una settimana al centro di igiene mentale e fatto la visita dalla psichiatra. L’ha fatto solo per passare per pazzo, ma non lo è. E deve pagare per quello che ha fatto”.
Le violenze in casa: “Una bomba a orologeria”
La madre ha ripercorso gli episodi di violenza che avrebbero preceduto l’omicidio. Racconta di aver trovato tre coltelli in camera del figlio, dichiarati da lui “da collezione”, e di aver subito violenze quando cercava di proteggere Noemi. “Mia figlia era una cucciola, una ragazza pura. Dopo aver fatto la doccia, aveva consumato mezzo bagnoschiuma e lui la picchiava a cazzotti, le ha rotto il setto nasale e mi ha colpita anche me quando cercavo di difenderla. Mi ha persino lanciato candeggina in bocca. Ho denunciato tutto, ma non è bastato”, ha raccontato con la voce rotta dall’emozione.
Parlando del suo stato d’animo dopo la tragedia, Maria Rosaria Tommasino ha spiegato come la perdita della figlia sia devastante. “Non so se riuscirò a vivere senza di lei”, ha ammesso, descrivendo un dolore che mescola incredulità, rabbia e sconforto. Ha inoltre evidenziato come la violenza del figlio non fosse frutto di malattia mentale, ma di cattiveria e premeditazione, sottolineando il tentativo di manipolare il sistema psichiatrico a proprio vantaggio.
Vincenzo Riccardi sottoposto a visita psichiatrica
Il giovane, sottoposto a una prima visita psichiatrica, continua a restare al centro delle indagini. La madre, durante il collegamento non di una follia temporanea. Le dichiarazioni arrivano in un momento in cui il caso, già drammatico, si carica di inquietanti dettagli che mostrano la fragilità e la pericolosità di situazioni familiari già segnate da violenze pregresse.

