Alessandro Bonsegna e Tatiana TramacereAlessandro Bonsegna e Tatiana Tramacere

Lo sfogo di Alessandro Bonsegna dopo i giorni di angoscia

«La scomparsa della ragazza a me affettivamente legata in passato mi ha profondamente turbato». Con queste parole Alessandro Bonsegna, 29 anni, interviene pubblicamente dopo giorni di silenzio sul caso di Tatiana Tramacere, la studentessa di Nardò rimasta irreperibile per undici giorni, dal 24 novembre, prima di essere ritrovata sana e salva.

Un messaggio misurato ma fermo, nel quale il giovane prende le distanze da illazioni e sospetti che, durante i giorni della scomparsa, hanno iniziato a circolare sui social e in alcuni contesti mediatici, coinvolgendo il suo nome senza riscontri ufficiali.


“Mai contattato né informato”: il disagio personale

Bonsegna sottolinea di aver vissuto giorni di forte angoscia e preoccupazione, aggravati dall’assenza totale di notizie:
«Non ho mai ricevuto comunicazioni dirette né dalla ragazza né dalla sua famiglia. Questo silenzio ha aumentato il mio stato di sofferenza».

Il 29enne ribadisce con decisione la propria totale estraneità a qualsiasi comportamento scorretto o rilevante rispetto alla vicenda, respingendo ogni ricostruzione che lo abbia coinvolto impropriamente.


Il ritrovamento e il clima di sospetto

Tatiana Tramacere è stata ritrovata a casa di un altro amico, Dragos Ioan Gheormescu, a poche decine di metri dall’abitazione dei genitori. Una circostanza che ha messo fine alla fase più critica della vicenda, ma che non ha impedito il proliferare di commenti, supposizioni e accuse indirette.

«Sono sollevato che Tatiana sia stata ritrovata sana e salva», scrive Bonsegna, «ma il clima di sospetto creatosi attorno al mio nome mi ha causato un grave disagio personale e psicologico».


L’intervento dell’avvocato e la tutela della reputazione

A rappresentare il giovane è l’avvocato Marco Scordari, del Foro di Lecce, che parla apertamente di pregiudizio subito:
«Alessandro è stato vittima di commenti e illazioni pubbliche durante i giorni della scomparsa. Stiamo valutando ogni iniziativa necessaria per tutelarne la reputazione».

Un passaggio che lascia intendere possibili azioni legali, qualora venissero ravvisate responsabilità per diffamazione o lesione dell’immagine personale.


Quando la cronaca diventa processo mediatico

Il caso riapre una questione delicata: il ruolo dei social e del racconto mediatico nelle vicende di cronaca. In assenza di elementi ufficiali, la ricerca di “colpevoli” rischia di trasformarsi in un processo parallelo, con conseguenze profonde sulla vita delle persone coinvolte.

Bonsegna conclude il suo intervento con una richiesta chiara: «Oggi sento il bisogno di tutelare la mia dignità e la mia persona».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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