Ascoltati due testimoni dalla Procura di Roma
L’indagine sull’ordigno esploso lo scorso 16 ottobre davanti all’abitazione del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, si arricchisce di un nuovo tassello: una lettera anonima, arrivata nei giorni scorsi alla redazione del programma e immediatamente consegnata ai carabinieri. È quel documento ad aver spinto oggi, venerdì 21 novembre, la Procura di Roma ad ascoltare due figure chiave, nell’ambito del fascicolo coordinato dal sostituto procuratore Carlo Villani della Direzione Distrettuale Antimafia: il giornalista Daniele Autieri e l’ex amministratore delegato dei Cantieri Navali Vittoria, Francescomaria Tuccillo.
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la lettera farebbe riferimento a un possibile collegamento tra l’attentato e un presunto traffico di armi legato ad ambienti criminali di stampo camorristico, oggetto di un servizio andato in onda su Report. Un possibile “intreccio” che, se confermato, aprirebbe scenari molto più ampi rispetto al semplice atto intimidatorio.
Il boato del 16 ottobre e l’ordigno davanti casa del conduttore
L’esplosione, avvenuta in località Campo Ascolano, nel comune di Pomezia, aveva distrutto l’auto del giornalista e la vettura in uso alla figlia. L’inchiesta procede per danneggiamento e violazione della legge sulle armi, reati aggravati dal metodo mafioso.
Ciò che ha colpito gli inquirenti fin da subito non era solo la modalità dell’esplosivo, ma il contesto in cui si inserisce: Ranucci e il suo team, nel periodo precedente all’attacco, stavano lavorando a diverse inchieste su criminalità organizzata, traffico d’armi e infiltrazioni nei settori economici.
Le testimonianze: “Il 24 settembre trovammo due casse con mitragliatrici da guerra”
Oggi in Procura, Autieri ha ricostruito un episodio considerato “cruciale” dagli investigatori. Il 24 settembre, infatti, il giornalista si trovava in visita ai cantieri navali Cnv di Adria, per realizzare un servizio. Fu in quell’occasione che alcuni dipendenti rinvennero due casse di legno contenenti mitragliatrici da guerra non registrate.
«Quel ritrovamento – avrebbe riferito Autieri – è avvenuto del tutto accidentalmente, in un’area del cantiere non prevista dal percorso della visita. La situazione si è subito rivelata estremamente anomala».
Sul caso, indipendente ma potenzialmente collegato, è già al lavoro la Procura di Rovigo.
È proprio questo elemento che la lettera anonima proverebbe a collegare all’attentato: un possibile messaggio di avvertimento o un tentativo di fermare ulteriori approfondimenti giornalistici.
La lettera anonima: consegnata subito ai carabinieri
Appena ricevuto il messaggio, la redazione di Report lo ha inviato ai carabinieri, con una denuncia formale allegata. Gli investigatori stanno analizzando:
- la provenienza della missiva,
- eventuali riferimenti incrociabili con le inchieste in corso,
- collegamenti con gruppi criminali citati nel documento.
«In questo momento non possiamo escludere alcuna pista», filtra da ambienti investigativi. La Dda intende verificare soprattutto se chi ha scritto la lettera avesse conoscenze dirette del presunto traffico d’armi o se si tratti di un tentativo di depistaggio.
L’ex AD Tuccillo: una PEC poche ore dopo l’attentato
All’audizione di oggi è stato chiamato anche Francescomaria Tuccillo, ex amministratore delegato della Cnv. A rendere ancora più inquietante il quadro è un dettaglio rivelato dagli investigatori:
poche ore dopo l’esplosione dell’ordigno, Tuccillo ha ricevuto una PEC che comunicava la revoca del suo incarico.
Un tempismo che gli inquirenti considerano “da chiarire”, soprattutto alla luce dei contenuti della lettera anonima.

