Sara Manstretta e Claudio MarchesiSara Manstretta e Claudio Marchesi

Sara Manstretta è morta con il marito in un incidente: da 8 anni lottava contro la Sla

La vita, talvolta, sembra chinarsi su una persona, concederle una tregua dal dolore, per poi strapparla via quando meno se lo aspetta. È la parabola di Sara Manstretta e Claudio Marchesi, coniugi di Certosa, travolti da un destino che ha l’amaro sapore della beffa.

Sara aveva conosciuto la malattia otto anni fa: la Sla. Una diagnosi che a 39 anni pare una sentenza, e che invece lei aveva trasformato in una battaglia quotidiana. Non era sola. Al suo fianco, Claudio, marito e compagno di strade difficili, sempre con lei nei pellegrinaggi da un reparto all’altro, da una terapia all’altra, finché una cura innovativa aveva dato l’impressione che il male stesse rallentando la corsa.

Quando la speranza tornava a mettere radici, ecco l’imprevisto: il 13 agosto, in sella alla loro Vespa, diretti al solito pub con gli amici, l’impatto con un’auto dall’altra corsia. Chi guidava si era sentito male. Per Sara e Claudio non c’è stato tempo: la morte è arrivata insieme, come se li avesse voluti ancora una volta uniti.

L’onda del cordoglio

La Certosa, Cascine Calderari, l’intera provincia di Pavia si sono fermate per piangere quella coppia generosa, allegra, sempre pronta a spendersi per gli altri. Circa seicento persone hanno gremito la chiesa di San Michele, altrettante sul sagrato, in un silenzio pesante quanto il vuoto lasciato.

Il sindaco Marcello Infurna ha proclamato il lutto cittadino: “È il sentimento di un’intera comunità”, ha detto. Volontari della Croce Verde e dell’Auser, compagni di battaglie solidali, amici di una vita: tutti c’erano, perché tutti li avevano conosciuti.

Don Marco Gatti, nell’omelia, ha ricordato le parole di Claudio: “Sara era la mia vita”. E ha ripescato il Vangelo scelto dai due sposi nel giorno delle nozze, giugno 2014: la parabola della casa costruita sulla roccia. “Insieme — raccontava allora Claudio Marchesi — stavamo costruendo un futuro che le intemperie non avrebbero distrutto”. Sara Manstretta sorrideva, annuendo.

La memoria diventa impegno

Ora che quella casa è crollata, gli amici hanno deciso che il ricordo non poteva restare soltanto dolore. Hanno aperto una raccolta fondi in favore dell’Aism di Pavia, associazione per la ricerca sulla Sla. In poche ore sessanta donazioni, oltre duemila euro raccolti, con un obiettivo: arrivare a cinquemila entro i prossimi 130 giorni.

“Il dolore e il vuoto restano — scrivono i promotori —, ma il ricordo passa anche attraverso la ricerca. Così il nostro ricordo servirà a creare altri ricordi”. Iniziativa che ha commosso il web con l’Aism sezione Pavia che ha pubblicamente ringraziato gli amici della coppia deceduta nell’incidente stradale.

“Vogliamo esprimere la nostra più sincera vicinanza e il nostro più profondo cordoglio alla famiglia e agli amici di Sara e Claudio per la grave perdita. Rivolgiamo un ringraziamento speciale agli amici che, per onorare la memoria di Sara e Claudio, hanno avviato una raccolta fondi a favore di AISM. Vi siamo vicini nel dolore con affetto e solidarietà”.

E in quelle parole c’è la misura di ciò che Sara e Claudio erano: due vite spese insieme, una generosità che oggi continua a parlare attraverso chi resta.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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