L'uomo linciato e dato a fuoco e la bambina uccisa in BrasileL'uomo linciato e dato a fuoco e la bambina uccisa in Brasile

Il 48enne era accusato di aver abusato della piccola di un anno

È accaduto a Jutaí, nello stato dell’Amazzonia, Brasile. Una storia già agghiacciante si è trasformata in un episodio da incubo: un uomo accusato di aver abusato e ucciso una bambina è stato linciato e bruciato vivo da una folla inferocita, sotto gli occhi della polizia e in diretta social.

L’uomo, Gregorio da Silva, 48 anni, venditore ambulante di ghiaccioli, aveva appena confessato di aver violentato e ucciso la piccola Laylla de Assis, di appena un anno. Dopo aver gettato il corpo della bimba in un fiume, si era consegnato alla polizia.

La rivolta davanti alla stazione

Tutto è iniziato con una protesta davanti alla stazione di polizia locale, dove Gregorio era detenuto. Le immagini mostravano inizialmente un presidio pacifico. Ma l’atmosfera si è presto fatta incandescente. Bottiglie, pietre, molotov. In pochi minuti, la folla ha sfondato l’ingresso del distretto.

Le forze dell’ordine sono state rapidamente sopraffatte, mentre la diretta dell’assalto cominciava a circolare su Facebook e Instagram Live.

Il linciaggio trasmesso in diretta

Gregorio è stato trascinato all’esterno e circondato da decine di persone. Alcuni lo hanno colpito con bastoni, altri con pietre. Poi qualcuno gli ha dato fuoco davanti agli smartphone accesi. Il suo corpo in fiamme è stato ricoperto da pallet e assi di legno.

Le immagini mostrano la folla esultare, mentre l’uomo arde. L’arrivo dei soccorsi è stato tardivo, e i pompieri hanno potuto solo constatare il decesso.

Un paese diviso tra orrore e vendetta

Il Brasile è sconvolto, ancora una volta, da un episodio di giustizia fai-da-te. Le autorità locali hanno condannato il linciaggio, ma l’opinione pubblica è spaccata: c’è chi parla di legittima rabbia popolare, chi invece denuncia l’imbarbarimento di una società sempre più incapace di credere nella giustizia istituzionale.

Il governatore dell’Amazzonia ha chiesto un’inchiesta: “Nessun crimine, per quanto orribile, giustifica la barbarie. Lo Stato deve garantire giustizia, non la piazza.”

Arrestata anche la madre della vittima

Nel caos della sommossa, la madre di Laylla, in preda alla disperazione, avrebbe incitato la folla. In un video circolato sui social, si vede la donna gridare:

“Perché non l’hai fatto a me, Signore? Me lo meritavo io!”

La polizia l’ha arrestata per incitazione alla violenza. In totale, quattro persone sono state arrestate per la rivolta. L’inchiesta è ancora in corso.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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