Il corpo della 42enne Diana Siminescu rinvenuto in un fossato
La notte tra il 7 e l’8 agosto, la tranquilla comunità di Calvagese della Riviera, in provincia di Brescia, è stata scossa da una tragedia. Diana Siminescu, 42 anni, moglie e madre di quattro figli, è stata travolta e uccisa da un’auto pirata mentre camminava lungo il bordo della provinciale.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto intorno all’1:30. Un’auto, che procedeva a velocità ancora da accertare, avrebbe urtato la donna scaraventandola in un fossato. L’automobilista, invece di fermarsi e prestare soccorso, ha proseguito la corsa lasciandola lì, senza alcuna assistenza.
L’impatto e la fuga
A scoprire il corpo è stata un’automobilista di passaggio, che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i Vigili del fuoco e la Polizia stradale di Salò, ma per Diana non c’era più nulla da fare.
Chi era Diana Siminescu
Diana era originaria della Romania ma viveva da anni in paese insieme al marito, agente della Polizia Locale di Vallio Terme. La coppia aveva costruito la propria vita a Calvagese, dove i figli — di età compresa tra i 5 e i 17 anni — frequentano la scuola e le attività sportive.
La notizia della sua morte ha lasciato sgomenta la comunità, che conosceva Diana come una persona solare, impegnata e sempre pronta ad aiutare.
Indagini e caccia all’auto pirata
Le indagini sono in corso per individuare il responsabile. Gli investigatori stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere presenti nella zona. L’unico varco elettronico attivo si trova a circa tre chilometri dal luogo dell’incidente, tra Carzago e Mocasina, e non è certo che l’auto sia passata di lì.
Al momento, l’attenzione si concentra su quattro o cinque targhe ritenute compatibili con il veicolo ricercato. Si cercano anche possibili testimoni che possano aver visto o sentito qualcosa nelle ore immediatamente precedenti l’impatto.
Un crimine che pesa sulla coscienza
Investire e fuggire è uno degli atti più gravi e disumani che si possano commettere al volante. Non è solo una violazione della legge, ma un gesto che nega l’elementare dovere di soccorso verso un essere umano in pericolo di vita.
Il dolore della comunità
A Calvagese, in queste ore, il dolore si mescola alla rabbia. Molti residenti si sono stretti attorno alla famiglia di Diana, offrendo sostegno materiale e morale. Il sindaco e l’amministrazione comunale hanno espresso cordoglio e solidarietà, auspicando che il colpevole venga trovato e consegnato alla giustizia il prima possibile.
La vicenda, oltre a essere una ferita aperta per chi la conosceva, riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale nelle aree extraurbane e sull’importanza di potenziare la sorveglianza elettronica per prevenire e punire episodi come questo.