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Chi è Claudio Campiti, il 57enne ha ucciso 3 donne in una riunione condominiale a Fidene: la perdita del figlio e le denunce

Claudio Campiti e una delle vittime, Elisabetta Silenzi

Ha rubato una pistola dal poligono di tiro di Tor di Quinto, si è recato nel quartiere romano di Fidene per la riunione condominiale del consorzio al quale era iscritto ed ha iniziato a sparare verso il consiglio di amministrazione.

L’uomo ha fatto irruzione alla riunione del Consorzio Valle Verde ed ha sparato con la pistola rubata al poligono di tiro

Per tre donne non c’è stato nulla da fare mentre altre 4 persone sono rimaste ferite nella sparatoria originata da vecchie ruggini per questioni legate al Consorzio Valle Verde di Ascrea che si occupava della gestione delle villette nella zona del lago di Turano, a Rocca Sinibalda (provincia di Rieti). Ad esplodere i colpi d’arma da fuoco è stato il 57enne Claudio Campiti che è stato arginato nel suo folle gesto dall’incepparsi della pistola e dal coraggioso intervento di uno dei consiglieri che è rimasto gravemente ferito mentre tentava di sottrargli l’arma, una Glock calibro nove portata via dal poligono di tiro dopo aver partecipato ad una sessione di tiro.

Le tre vittime delle sparatoria: l’uomo fermato coraggiosamente da uno dei consiglieri, 4 feriti

Le vittime sono Sabina Sperandio, 71 anni, Elisabetta Silenzi, 55 anni, Nicoletta Golisano, 50 anni, colpite a bruciapelo dall’uomo che intorno alle 9:30 di domenica 11 dicembre si è avvicinato al gazebo dove si stava svolgendo la riunione, nei pressi di un bar in via Monte Giberto 21. Alcuni dei presenti si sono salvati rifugiandosi sotto i tavolini per poi allontanarsi dal luogo della sparatoria, altri hanno accusato malori e mancamenti. Campiti è stato bloccato dai carabinieri con il caso che è stato affidato al sostituto procuratore Giovanni Musarò. Già in passato il 57enne aveva avuto discussioni con il Consorzio con denunce incrociate.

L’uomo non voleva pagare le spese del consorzio ed in estate aveva minacciato i ragazzini che giocavano davanti alla sua abitazione perché si sentiva infastidito. Non aveva ancora completato i lavori del suo immobile dove mancava la fogna che era diventata oggetto di querelle. Secondo alcune testimonianze quell’uomo, definito inquietante dai vicini, era cambiato dopo la morte del figlio 14enne, Romano, nel 2012 in un incidente con lo slittino in Val Pusteria per il quale furono condannati il responsabile della pista e due maestri di sci.

Segnato dalla morte del figlio 14enne, le denunce incrociate con il Consorzio e le accuse sul blog

Nel 2020 gli era stato negato il porto d’armi con le forze dell’ordine che avevano ricevuto diverse segnalazioni su Claudio Campiti che spesso girava per le vie del centro a torso nudo. Originario di Roma, ha vissuto per alcuni anni anche a Ladispoli. Sul suo blog, aperto due anni fa, ‘Benvenuti all’inferno’ raccontava anche dei suoi contenziosi con il Consorzio Valle Verde che era arrivato a definire un’associazione mafiosa.

Un rapporto conflittuale con persone che conosceva da 20 anni che l’hanno portato ad aprire il fuoco contro di loro la mattina di domenica 11 dicembre nel quartiere romano di Fidene. Sul profilo Facebook ha condiviso una medaglia con un fascio littorio e il motto fascista “Molti nemici molto onore” e “soldatini” con le fattezze di Hitler e Mussolini.

Il figlio di Campiti
Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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