Il panino è stato comprato da un ambulante: tre in terapia intensiva, si teme il botulino
Un panino con broccoli e salsiccia acquistato da un venditore ambulante sul lungomare di Diamante, in provincia di Cosenza, è finito al centro di un grave sospetto di intossicazione alimentare da botulino. Sono già sei le persone colpite, e tra queste tre sono ricoverate in terapia intensiva, con condizioni cliniche preoccupanti.
Il primo allarme è scattato due giorni fa, quando due ragazzi di 17 anni, in vacanza sull’Alto Tirreno cosentino, si sono presentati al pronto soccorso con forti dolori addominali, vomito e diarrea. Dopo una prima valutazione a Cetraro, i medici hanno deciso il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Cosenza, nel reparto di terapia intensiva, dove le loro condizioni sono attualmente monitorate costantemente. Uno dei due è in condizioni gravi.
Nella notte tra martedì e mercoledì, un ulteriore ricovero: una donna di 42 anni, residente proprio a Diamante, è arrivata all’Annunziata di Cosenza con sintomi compatibili con quelli dei due minorenni. Anche lei aveva consumato lo stesso panino. Al momento è tenuta in osservazione in terapia intensiva.
Ipotesi botulino: somministrato il siero
Le condizioni cliniche dei pazienti hanno fatto subito pensare a una possibile intossicazione da botulino, una delle forme più pericolose e insidiose di tossinfezione alimentare. Il personale medico ha quindi deciso di somministrare un siero antitossina specifico per contrastare gli effetti del botulino, una neurotossina che può portare a paralisi muscolare e insufficienza respiratoria.
Nel frattempo, anche altri tre soggetti che avevano mangiato lo stesso panino – tra cui un altro minorenne – hanno manifestato sintomi simili e si stanno sottoponendo a controlli clinici. Non si esclude che il numero possa salire nelle prossime ore.
Le indagini: venditore ambulante nel mirino
Il panino incriminato sarebbe stato acquistato da un venditore ambulante che opera abitualmente sul lungomare di Diamante. Tuttavia, nessuna responsabilità ufficiale è stata ancora accertata. Le autorità sanitarie dell’ASP di Cosenza hanno già avviato una serie di analisi sui campioni alimentari per capire con esattezza l’origine del focolaio.
Sull’episodio è intervenuto anche il sindaco di Diamante, Achille Ordine:
“Non abbiamo evidenze che diano conto della riconducibilità dell’intossicazione al commerciante che lavora sul territorio. Al momento è stato individuato come tale solo sulla base delle dichiarazioni dei pazienti. Siamo in attesa degli esiti dei controlli”.
Il primo cittadino ha comunque chiesto all’ASP di essere informato tempestivamente per adottare eventuali misure restrittive o cautelative, qualora i test confermassero la correlazione tra i malori e il cibo venduto dall’ambulante.
Un’estate che lascia il segno
L’episodio ha destato particolare allarme tra residenti e turisti, in una zona che ogni estate si popola di decine di migliaia di visitatori. Proprio per questo, i controlli igienico-sanitari su venditori ambulanti e locali della zona saranno intensificati nei prossimi giorni.
Nei giorni scorsi sei persone, tra cui due minorenni, sono state ricoverate per una grave intossicazione da botulino dopo aver partecipato alla Fiesta Latina, svoltasi dal 22 al 25 luglio a Monserrato, nella città metropolitana di Cagliari. Un ragazzino di 11 anni resta ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma.
La tossinfezione da botulino è rara, ma estremamente pericolosa. Deriva spesso da alimenti mal conservati o preparati in condizioni non sterili, in particolare conserve artigianali, salumi e pietanze contenenti verdure cotte in olio.
Cosa rischia chi ha mangiato lo stesso cibo?
Chiunque abbia consumato cibo simile nei giorni scorsi, specie se presenta sintomi come nausea, difficoltà a deglutire, debolezza muscolare o visione doppia, è invitato a recarsi al più vicino presidio ospedaliero. In caso di intossicazione da botulino, la tempestività può fare la differenza tra la vita e la morte.
In attesa dei risultati delle analisi dell’ASP, l’invito alla prudenza rimane alto. Una vicenda che, ancora una volta, pone l’accento sulla sicurezza alimentare nei luoghi di vacanza e sull’importanza di controlli rigorosi, anche su attività ambulanti apparentemente innocue.