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Elvira Zibra, il papà della ragazza che viaggiava con il 30enne che impennava: ‘Pena esemplare per quel pazzo’

Ha percorso il lungomare Caracciolo a folle velocità in moto impennando con una passeggera in sella con lui. Non aveva neanche la patente il trentenne che ha travolto e ucciso Elvira Zibra, 34 anni, la notte tra domenica 28 e lunedì 29 agosto a Napoli (intorno alle 3:25).

Elvira Zibra è stata travolta e uccisa sul lungomare Caracciolo mentre gettava la spazzatura

La giovane stava ultimando il turno di lavoro e stava per attraversare la strada, come faceva tutti giorni alla fine del turno, per gettare la spazzatura nei cassonetti di fronte. Un collega di lavoro, il locale è ubicato vicino al luogo della tragedia, l’ha vista sbalzarla via per metri dopo che è stata travolta dalla moto. Un impatto violento che non le ha dato scampo.

Dalle immagini registrate dal circuito di videosorveglianza della zona si vede la ragazza che viaggiava con il centauro, un 30enne di Frattamaggiore, terminare la sua corsa sotto un’auto. Per fortuna non ha riportato gravi conseguenze dall’incidente mentre l’uomo è finito in ospedale con numerose fratture. É indagato per omicidio stradale.

La manifestazione per ricordare la 34enne ed il fratello morto in un altro incidente, distrutta la madre: ‘Voglio giustizia’

Venerdì 2 settembre si è svolta una manifestazione in ricordo di Elvira Zabri che otto mesi fa aveva perso in analoghe circostanze il fratello minore, Mustafha (investito in un altro quartiere di Napoli). Sconvolta la madre, la 56enne Alba Pazzi. “Me li hanno ammazzati in un modo così orribile. Vogliamo giustizia. Gli assassini dei miei figli e le loro famiglie non ci hanno mai chiesto scusa”.

Il padre dell’altra ragazza coinvolta nell’incidente ha manifestato il proprio cordoglio nei confronti dei familiari di Elvira Zibra. “Voglio fare le condoglianze alla famiglia di Elvira, in questo caso le parole sono zero. Non esiste conforto per un genitore. Lo posso capire io perché dietro alla moto di quel pazzo c’era mia figlia” – ha sottolineato l’uomo.

‘Dietro a quel pazzo c’era mia figlia, era un conoscente e gli aveva chiesto un passaggio’

“Dovrà esserci una pena esemplare. Non era amico di mia figlia ma un semplice conoscente. Ha chiesto a questo ragazzo di accompagnarla al bar più vicino per andare in bagno e poi è successo quello che è successo. Anche mia figlia è stata vittima di un pazzo“.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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