Un’aggressione fatale vicino a casa
Geraldine Sanchez, 34enne di Lima trasferitasi a Macherio (Monza), è stata trovata senza vita la scorsa notte (intorno alla mezzanotte) nei pressi di un’ex caserma dei Carabinieri. L’ex marito, il trentatreenne peruviano Alexander Villcherrez Quilla, è accusato di omicidio volontario e atti persecutori. Le indagini hanno subito puntato verso di lui, e il 18 luglio la Procura di Monza ha emesso un decreto di fermo.
L’agguato: un confronto che si trasforma in tragedia
Secondo le ricostruzioni, Geraldine stava tornando a casa dopo il lavoro quando è stata affrontata dall’ex marito. L’uomo l’avrebbe convinta a seguirlo in una zona isolata, tra vecchie strutture abbandonate e scale di legno. Qui, dopo un violento confronto in cui lui le avrebbe chiesto di riprendere la loro relazione, l’avrebbe strangolata.
L’autopsia, già disposta, determinerà l’esatta causa della morte e verificherà eventuali lesioni pregresser. Il corpo è stato rinvenuto poco prima di mezzanotte; i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso. I Carabinieri, intervenuti sul posto con la Squadra Rilievi, hanno recintato l’area e raccolto ogni elemento utile al caso.
I figli: testimoni dell’allarme
A lanciare l’allarme sono stati i due figli della coppia, adolescenti di 14 e 17 anni. Preoccupati per il ritardo nel rientro della madre e consapevoli della violenza del padre, hanno riferito agli inquirenti fatti e timori. La loro testimonianza è stata cruciale per avviare le ricerche e identificare immediatamente l’aggressore.
Un passato di violenze, da Lima alla Brianza
La vittima era arrivata in Brianza circa un anno fa, fuggendo da un matrimonio segnato da violenze. Aveva costruito con determinazione una nuova vita: un lavoro stabile, una casa e la responsabilità della crescita dei propri figli. Purtroppo, l’ex marito l’aveva seguita e raggiunta in Italia, pedinandola, appostandosi fuori dal posto di lavoro, incapace di accettare la rottura.
Il futuro dei figli e lo sviluppo del caso
Nei prossimi giorni sono attesi l’interrogatorio di garanzia e la decisione sulla convalida del fermo da parte del Tribunale di Monza. Intanto, i due figli saranno seguiti con assistenza psicologica e supporto legale adeguato, mentre i familiari della vittima si preparano a testimoniare in sede processuale.