Cucina italiana patrimonio UnescoCucina italiana patrimonio Unesco

L’orgoglio italiano e la svolta per la salute pubblica

Il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio dell’umanità non è soltanto una celebrazione culturale, ma un passaggio che — nelle parole del governo e degli esperti — potrebbe trasformarsi in un investimento concreto sulla salute della popolazione. È anche per questo che la notizia è stata accolta con un entusiasmo che va oltre la soddisfazione simbolica.

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato parla di una giornata “storica”, convinto che la consacrazione dell’Unesco confermi l’unicità del modello alimentare italiano e, allo stesso tempo, ponga le basi per un nuovo approccio alla prevenzione. La tavola, ricorda, non è soltanto tradizione, convivialità o sapori riconosciuti in tutto il mondo: è salute, equilibrio, qualità della vita. La dieta italiana, da sempre sostenibile ed equilibrata, incarna questi principi e, con questo riconoscimento, diventa per il governo un motore per campagne educative più incisive, soprattutto nei confronti dei più giovani.

Secondo Gemmato, una corretta alimentazione rappresenta ancora il primo presidio contro obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Un pilastro, insieme all’attività fisica e agli stili di vita adeguati, che può alleggerire il peso delle patologie croniche e contribuire alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Non solo orgoglio, dunque, ma un impegno a tradurre questo primato culturale in uno strumento di salute pubblica.

La soddisfazione degli esperti: “Una chance concreta contro l’obesità”

Sulla stessa linea si colloca la voce di Francesco Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi membro dell’Autorità garante per la disabilità. Per Vaia si tratta di una notizia “bellissima” sia come italiano sia come medico di sanità pubblica. Nel riconoscimento dell’Unesco vede infatti l’opportunità di una nuova stagione di campagne per il cibo sano e per la prevenzione delle patologie correlate al sovrappeso. Una sfida che, sottolinea, non può poggiare soltanto sulla responsabilità individuale ma richiede un supporto strutturale del sistema Paese.

Con un entusiasmo quasi da tifoso, Vaia sintetizza così l’effetto potenziale di questa svolta culturale: “Obesità, hai le ore contate”. Parole che descrivono bene l’idea di fondo: utilizzare la cucina italiana non solo come patrimonio identitario, ma anche come strumento educativo, capace di orientare i cittadini verso scelte consapevoli, sane e sostenibili.

Una vittoria culturale che guarda al futuro

Il governo legge il riconoscimento come il risultato di un lavoro condiviso, in particolare dei ministri Lollobrigida e Giuli, e come un incentivo a fare di più. Educazione alimentare, prevenzione sin dall’infanzia e valorizzazione della tradizione gastronomica sono, nelle intenzioni del sottosegretario, le direttrici sulle quali costruire un Paese più sano e longevo.

Il patrimonio Unesco non è soltanto un omaggio alla cucina italiana, ma un’occasione per trasformarla in un alleato strategico contro le grandi sfide della salute pubblica. Un traguardo identitario che, se accompagnato da politiche efficaci, potrebbe diventare la base di un cambiamento reale.

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

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