Chi ha diffuso le immagini choc di Patricia Masithela?
La tragedia di Patricia Masithela, la 27enne barista e cantante uccisa da una muta di cani a Latina, assume oggi contorni ancora più inquietanti. A sei mesi dalla sua morte, oltre dieci foto del suo corpo martoriato stanno circolando in diverse chat WhatsApp, prima nel Lazio e ora anche in Campania. La famiglia ha sporto denuncia: “È una vergogna, la sua memoria è stata infangata”.
Dove e quando sono state scattate le foto?
Le immagini – alcune scattate sul luogo dell’aggressione, altre in ambulanza e all’ospedale Santa Maria Goretti – mostrano Patricia Masithela seminuda, dilaniata dai morsi dei quattro cani (tra cui due pitbull) che l’hanno aggredita. Secondo i familiari, potrebbero essere state scattate da chi era presente durante i soccorsi. “Neanche di fronte alla morte si sono fermati”, ha detto Fabio Pacini, cognato della vittima.
L’aggressione
L’aggressione è avvenuta a gennaio in una villa nella zona del Piccarello, a Latina. I quattro cani — molossi e pitbull — appartenevano a Luca D., 40 anni, proprietario della casa ora indagato per omicidio colposo. La sera dell’aggressione, la polizia fu costretta a sparare per fermare gli animali: uno fu abbattuto, un altro ferito, e due fuggiti ma catturati nei giorni successivi.
L’inchiesta
Oltre al procedimento per omicidio colposo, ora si apre un nuovo fronte giudiziario: quello della diffusione illecita delle immagini, con possibili reati di vilipendio di cadavere e revenge porn. Le foto ritraevano Patricia in condizioni drammatiche e senza vestiti: un atto di violenza ulteriore, secondo la famiglia.
“Abbiamo portato pazienza, ma ora basta. Voglio che qualcuno paghi per questo sfregio”, ha dichiarato Pacini sui social. Intanto la Procura di Latina ha avviato un’indagine per risalire agli autori degli scatti e a chi li ha diffusi.
Com’era la casa del delitto?
La villa del Piccarello è ora sotto sequestro. Un’abitazione decadente in una zona residenziale, abbandonata da tempo, ma nota per le frequenti visite notturne. In giardino: rifiuti, scooter abbandonati, e un cartello “Attenti al cane”. Accanto, i sigilli della magistratura.