La ricostruzione dei legali di Alberto StasiLa ricostruzione dei legali di Alberto Stasi

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, una nuova consulenza tecnica della difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, riporta sotto i riflettori la traccia palmare trovata sulla scala della casa di Garlasco. Secondo i consulenti, l’impronta sarebbe “intrisa di sudore e sangue” e riconducibile ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Ma si tratta di una valutazione di parte che non modifica il quadro giudiziario, né consente nuovi accertamenti biologici.


Una consulenza tecnica di parte: cosa sostiene la difesa Stasi?

La relazione tecnica, commissionata dalla difesa di Alberto Stasi, è stata realizzata da un dattiloscopista e due genetisti. Il punto centrale è l’analisi dell’impronta 33, trovata sulla parete delle scale accanto al corpo della vittima. I tecnici la definiscono un “contatto palmare intenso”, non compatibile con una normale discesa per le scale.

Secondo la difesa, la traccia non sarebbe casuale ma segno di un appoggio pieno del peso corporeo e sarebbe intrisa di sudore e sangue, elementi che, se confermati, indicherebbero la presenza fisica di Andrea Sempio sulla scena del delitto.


Chi è Andrea Sempio e perché viene tirato in ballo di nuovo?

Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, era già stato preso in considerazione in fasi precedenti dell’indagine, ma mai formalmente coinvolto fino all’apertura della nuova inchiesta nel 2023. Oggi è indagato in concorso, anche se nessuna prova certa lo collega all’omicidio.

Questa consulenza rappresenta una mossa difensiva di Stasi, attualmente detenuto a Bollate, volta a spostare l’attenzione su altri possibili scenari. Tuttavia, come ha precisato la difesa di Sempio, si tratta di una consulenza di parte che ha lo stesso valore di quella della Procura e non equivale a una prova giudiziaria.


Cosa dice la Procura? “Non si possono fare nuovi accertamenti biologici”

La Procura di Pavia, in un provvedimento del 2 luglio 2025, ha confermato che non è tecnicamente possibile svolgere nuovi test sull’impronta. L’intonaco su cui era stata rilevata è stato completamente consumato nelle analisi del 2007 e i reagenti usati all’epoca (come la ninidrina) hanno alterato il campione.

Inoltre, l’OBTI test eseguito dai RIS nel 2007 — uno dei più affidabili per individuare la presenza di sangue umano — aveva dato esito negativo. La fialetta con il materiale prelevato non è stata più ritrovata nei recenti riesami del 17 giugno 2025.


Il giallo dell’impronta 33: elemento chiave o pista chiusa?

L’impronta 33 è stata a lungo oggetto di attenzione investigativa. Già nel 2007 il RIS aveva svolto analisi approfondite senza ottenere prove biologiche utili. Il ritorno dell’impronta nel dibattito pubblico non riapre automaticamente il processo, né cambia il peso della condanna di Stasi.

La nuova consulenza rappresenta un tentativo della difesa di tenere aperta la possibilità che Stasi non fosse l’unico (o il vero) responsabile, ma la strada è tutta in salita: non esiste materiale residuo su cui operare nuovi test e la Procura non ha accolto la richiesta di incidente probatorio.


Cosa può succedere ora? Un caso ancora vivo, ma senza nuovi elementi concreti

A oggi, non ci sono sviluppi processuali concreti a seguito di questa nuova perizia. La Procura ha respinto nuove indagini tecniche per motivi oggettivi, e la difesa di Sempio nega ogni coinvolgimento.

L’avvocata Angela Taccia, che rappresenta Sempio, ha dichiarato all’Adnkronos:

“È una consulenza come la nostra. Nulla è stato accertato. La verità verrà fuori, ma serve rigore”.

Il caso Garlasco, a distanza di oltre 16 anni, resta al centro del dibattito mediatico, ma la giustizia, per ora, non ha nuovi strumenti per riaprirlo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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