Hanno ottenuto i domiciliari e da poco meno di un mese si trovano in un ex convento in attesa di affrontare il processo, con la formula del rito abbreviato, per la morte di Giuseppe Pedrazzini, ritrovato l’11 maggio 2022 in un pozzo vicino l’abitazione di Cerrè Marabino di Toano (in provincia di Reggio Emilia).
Dopo 5 mesi di carcere Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida hanno trovato ospitalità in una località top secret (circolava il nome di Bolsena, nel viterbese). Come riportato da reggioonline la coppia è stata accolta da un’amica facoltosa che avrebbe manifestato l’intenzione di assumerli nella sua lussuosa struttura ricettiva.
Nel frattempo sono finiti a giudizio e dovranno rispondere delle pesanti accuse maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, distruzione di cadavere, omissione di soccorso e truffa allo Stato per le pensioni incassate dopo il decesso di Giuseppe Pedrazzini. Il 27 giugno sarà interrogata Silvia Pedrazzini in aula.
La figlia del 77enne e il marito si sono sempre professati innocenti. Il Gip si deve ancora pronunciare per Marta Ghilardini, moglie dell’uomo gettato nel pozzo, per la quale la pm Cristina Giannusa ha chiesto il rinvio a giudizio. Respinta la richiesta di dissequestro di due terreni e due auto presentate dal legale della vedova. Claudio Pedrazzini, fratello di Beppe, si è costituito parte cicile.