Michael Pereira e Sueli Leal BarbosaMichael Pereira e Sueli Leal Barbosa

La ricostruzione della procura e le incongruenze della versione dell’indagato

Michael Pereira, 45 anni, è stato fermato con l’accusa di aver ucciso la compagna Sueli Leal Barbosa, 48 anni, in un incendio appiccato nel loro appartamento di Milano, in viale Abruzzi 64. La versione dell’uomo, che attribuiva l’origine del rogo a un mozzicone di sigaretta caduto accidentalmente sul tappeto, è stata definita “del tutto implausibile e scientificamente priva di fondamento” dal Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco.

Gli accertamenti hanno rilevato due distinti punti di innesco e la presenza di sostanze acceleranti, elementi incompatibili con un incidente casuale e che indicano la preparazione di un piano criminoso. La pm Maura Ripamonti sottolinea che l’indagato, imbianchino di professione, poteva facilmente procurarsi vernici e diluenti infiammabili, favorendo così l’azione dolosa.


Il contesto della convivenza e le tensioni emergenti

I testimoni descrivono un rapporto tormentato e violento. I vicini riferiscono di frequenti liti e tensioni, mentre un’amica della vittima ricorda episodi di gelosia estrema e atteggiamenti possessivi da parte di Pereira, che in passato aveva anche usato violenza fisica sulla compagna.

La procura ritiene che il delitto non fosse un atto d’impeto, ma frutto di un risentimento crescente e di una crudeltà consapevole. La richiesta di convalida del fermo, oltre all’omicidio pluriaggravato, contesta anche l’aggravante della crudeltà e quella del vincolo di convivenza.


La tragica morte di Sueli Leal Barbosa: tra fuoco e caduta dal quarto piano

Il 48enne ha lasciato l’appartamento in fiamme per andare a bere una birra fuori casa. Nel frattempo, Sueli, intrappolata dalle fiamme e dal fumo denso, si è trovata costretta a tentare la fuga attraverso la portafinestra del quarto piano.

Non è ancora chiaro se la caduta sia stata un atto volontario per sfuggire al rogo o la conseguenza di uno svenimento dovuto all’inalazione dei fumi o al contatto con la ringhiera incandescente. Quel che è certo è che la sua è stata “una morte atroce, consapevole e con sofferenze prolungate,” come sottolinea la pm Ripamonti.


Le indagini e la custodia cautelare

Gli accertamenti della Squadra mobile di Milano e del Nucleo investigativo antincendio non hanno riscontrato la presenza di altre persone nell’appartamento né spiegazioni alternative. L’unico indagato rimane Pereira, fermato e ora in carcere a San Vittore in attesa di interrogatorio davanti al gip Anna Calabi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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